Made in Italy: quante volte sentiamo tirare fuori 'sto benedetto Made in Italy? Mischiato al nostro spiccato orgoglio italiota - il quale esce sempre di fronte allo straniero. Anche gli italo-scettici più incalliti lo sfoderano al momento opportuno. Poche storie... -  arma fondamentale con il fine di sopperire alle nefandezze che dominano il nostro stivale da tempo immemore. Siete mafiosi? Abbiamo la Ferrari. Nani e ballerine al Governo? Abbiamo le griffe dell'alta moda. Luoghi comuni che si rincorrono con delle piccole verità in un gioco di campanilismo tra comuni mortali che fa folklore. Beh, a me non interessa la Ferrari, men che meno mi interessa un capo firmato Gucci o Armani. Ecco: se parlassi con un appassionato straniero di Jazz  non tirerei fuori un Bollani - anche perchè ha già conquistato di suo un bel po' di gente in tutti i quattro angoli del globo - o un Cafiso, il quale ha alle spalle uno come Marsalis; in questo caso mi sentirei orgoglioso di tirare fuori dal mio cilindro tricolore loro due. Carlo Atti ed Emanuele Basentini.

Carlo Atti è un sornione al sax tenore. Un Bopper agguerrito. Appartiene alla generazione bolognese di un altro sassofonista incredibile, cioè Piero Odorici. Amicizia e Jazz, binomio che ha portato i due fin dalla fine degli anni '80 a forgiarsi a colpi di serate nei clubs storici del Jazz italiano. Dal Capolinea di Milano all'Alexanderplatz di Roma. D'altro canto Basentini presenta delle credenziali mica da ridere: un Premio Urbani sul groppone, un fulminato eccellente sulla sua via, cioè Pat Metheny; e gran finale dedicato alle esperienze con Renzo Arbore, uno che punta molto, non certo da ieri, sul Made in Italy del Jazz. "The Best Thing For You" cala due consapevoli Atti e Basentini in una dimensione perfetta. Coesione, alta classe, groove, swing, tutto in un clima corale e affiatato. La chitarra di Basentini è brillante, dal sapore antico. Fraseggi retrò, un gusto beffardo. Il Sax di Atti è fragoroso, navigato, aggressivo. I due si trovano alla perfezione, sfoderando una intesa pressochè perfetta. Il repertorio è delizioso. Le note di una bellissima e swingata "The Best Thing For You (Is Me)" di Berlin aprono il disco; in cui le fiondate Hard Bop dei due non danno tregua. Un album omogeneo: dalla esotica "Asiatic Rays" (presente in due versioni) di Rollins, alla stupenda ballad "There's No You", in cui un romantico sax come quello di Atti ed un organo aperto dal sapore lounge come quello di Pietro Lussu, regalano un lento tutto da gustare. Disco riuscitissimo anche grazie a gente che si è fatta una reputazione nel mondo del Jazz: dal già citato Lussu a Lorenzo Tucci alla batteria. Mi sbilancio consapevolmente ma fermo dell'idea che questo sia uno dei migliori album del Jazz italiano e non solo di questi ultimi anni.

Ricordate il quadro di Tony Brando in "Compagni di Scuola" e che gli salvava le serate, dato che si trattava di un ottimo argomento di conversazione? Ok, questo disco incanterà qualsiasi vostro interlocutore appassionato di Jazz; e non si rivelerà una sòla come il quadro che Brando voleva rifilare a Finocchiaro. Meditate gente, meditate...

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