...solo la polvere mi è rimasta da respirare. Ormai non c'è altro che possa rinvigorire i miei polmoni. Lentamente penetra a soffi, si mescola a quel poco di saliva che resta per diventare una pasta fastidiosa che non riesco neanche a mandar giù. L'aria inutile che percorre la mia gola è più pesante. Ovunque passa fa male. Brucia. E la polvere non fa altro che alimentare la mia sofferenza...

...come vorrei non respirare più. Quanto ci mette la morte ad impadronirsi di me. Ogni sussulto è una scossa e ogni colpo di tosse rimbomba nel mio stomaco come un'esplosione. L'energia che avevo accumulato per la battaglia mi sta lentamente lasciando alla deriva. Fedifraga! Anche il sangue, infame, sta tradendo la mia fiducia. In silenzio, come un ladro, preferisce approfittare della prima fessura utile infertami dal nemico per abbandonarmi. Carogna! Cosa ci troverà di interessante a percorrere la mia pelle stanca per poi giacere tra granelli di terra e sassolini bianchi...

...comincio a non sentire più le gambe. Una sorta di sollievo sta risalendo attraverso i nervi un tempo tesi. Forse si unirà con gli altri sollievi partiti da ogni estremità del mio corpo fino a concentrarsi al cuore dove una scarica elettrica lo farà scoppiare. Sembra di sentire dell'acqua. Come se mi stessi involontariamente immergendo in un grande catino. Ma non è un bagno rilassante. Nessuna acqua sta rinfrancando il mio spirito...

...mi sento pesante. Ciò che ancora si muove del mio corpo si sta abbattendo con noia su un solo lato. Il mio braccio forte sta resistendo ancora a questa valanga di muscoli in caduta libera. Quello debole si è ormai unito a ciò che ho smesso di percepire per ritrovarsi in una massa informe. Il cuore continua a battere ma invano. Pulsando, con qualche acciacco in più, favorisce la fuga repentina del sangue ignobile...

...riesco appena a vedere la mia spada spezzata che tenta di imitarmi. Che visione abbacinante. Mi rimane qualche guizzo di lucidità ottica per contemplare quella lama ferita prima che diventi una mistura insignificante con sangue e polvere. Gli ultimi muscoli attivi mi permettono di stringere le sopracciglia e serrare le labbra ormai rinsecchite. Non sento più neanche quei baffi che mi distinguono dai guerrieri di altre terre. La mia torque, fedelissima, si è tramutata in cappio. Perfino lei mi ha voltato le spalle. La sento restringersi per conquistare con più facilità i miei possedimenti. Che protervia, quale ingordigia, quale insana bramosia...

...quanto ci mette ‘sta morte a impadronirsi di me...

Carico i commenti...  con calma