E' stata la curiosità a spingermi verso "The butterfly effect", un lungometraggio di cui tanto avevo sentito parlare. Così ho deciso di procurarmelo e subito dopo la visione sono rimasto interdetto: come fa un film del genere a ricevere giudizi positivi? Come fanno alcuni critici ha paragonarlo ad una pellicola come "Seven"?

Il film è nato dalla collaborazione tra i due cineasti Eric Bress e J. Mackye Gruber, già collaboratori per film quali "Blunt" e "Final destination 2", più altri lavori "sincroni" che i due realizzeranno dopo questo film. Esso è tratto dal racconto "Rumore di tuono" dello scrittore Ray Bradbury.

L'opera di Bress e Gruber è incentrata sulla figura di Evan (Ashton Kutcher), un ragazzo che si mostra fin dalla giovane età soggetto a vuoti di memoria, svenimenti e malori vari. Con il passare degli anni e dopo vari incidenti giovanili che gli hanno causato ulteriori danni, Evan tenta di comprendere il perchè dei suoi vuoti di memoria. Non contento, egli non si limita a questo e decide di cambiare tutti gli avvenimenti passati così da migliorare le condizioni sue e dei suoi amici, visto che essi sono tutti stati in qualche modo toccati da alcune esperienze infantili.

A vedere le prime sequenze della pellicola, il tutto sembrerebbe procedere per il meglio, con l'elemento psicologico che assume (almeno in parte) il ruolo di maggior rilievo all'interno della vicenda iniziale. Poi è il chaos totale: in preda a non si sa quale mania di grandezza (o forse a causa della mancanza di idee), i due registi annaspano in un semi thriller scolastico dai continui salti temporali, con una storia che va a brandelli e con l'intera rappresentazione che si sfalda minuto dopo minuto. La sceneggiatura (curata sempre da Bress e Gruber) è ai limiti del grottesco, così come alcuni personaggi che appaiono nella seconda parte del film e come alcune scene, davvero ridicole. Tutte le buone idee che si potevano tirare fuori da una storia del genere, tutti i possibili intrecci vengono completamente distrutti da scelte tutt'altro che eleganti. La decisione di far svoltare la vicenda verso il solito college americano, con i soliti luoghi comuni è la perla negativa di un lungometraggio che crolla su se stesso, a causa anche di prove attoriali insufficienti.

"The butterfly effect" è una creatura malandata che vorrebbe sembrare pesantemente psicologica ma che invece risulta soltanto pesante. Pochissimi sono gli spunti che possono considerarsi positivi.

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