Salve, stavolta parliamo di “Femmine folli” di Erich von Stroheim, il suo film più ambizioso e costoso.

Melodramma a tinte forti del 1921 che fece scandalo e rumore.

Il film venne “sfettucciato” di 30 minuti dalle forbici della censura passando da 120 a 90 minuti.

Erich von Stroheim, regista, sceneggiatore e attore austriaco emigrato in America come i registi degli altri film già recensiti in questa sede, è un personaggio davvero interessante, affascinante.

In questo film è il protagonista, ovvero, Sergius Karamzin, sedicente aristocratico russo esiliato, dopo la fine della prima guerra mondiale a Montecarlo.

Vive in una splendida villa con sue due cugine “contesse” le spregiudicate Olga (Maude George) e Vera (Mae Bush).

Il giornale dice che sta per giungere in visita il diplomatico americano Andrew J. Hughes, ricchissimo e accompagnato da una moglie giovane e bellissima...

Sergius, personaggio indimenticabile, estremamente risoluto, gagliardo e fiero, punta la coppia come un formidabile segugio, in particolare tenterà di sedurre la moglie per un suo tornaconto.

La splendida cornice della città di Montecarlo fa dunque da sfondo a questo bieco e sordido melò e per capire come mai il film costò così tanto (un milione di dollari dell’epoca) basti osservare le scene iniziali in esterna, tra giannizzeri a cavallo, innumerevoli comparse, carri, carrozze e quant’altro in un frenetico brulichio attorno al lusso del principato.

A giustificare il costo del film sono inoltre le sequenze girate in varie location, alberghi, il casinò, interni/esterni scene diurne e notturne, il fiume, la pioggia…

Sontuoso.

Film scandaloso, dicevamo. È opportuno però segnalare una volta di più che, soprattutto per pellicole di quasi cento anni fa è fondamentale compenetrarsi quanto più possibile ai costumi, all’etica, alla morale dominante dell’epoca. Solo così sarà possibile capire un minimo l’audacia di questo film.

Riguardo invece l’aspetto più scabroso e se vogliamo ignobile, quello per cui la mannaia della censura si abbattè implacabile sul film, non starò a dire di che si tratta ma è una roba che ancora oggi ci farebbe indignare.

Eppure Sergius non riesce mai a starti antipatico, anzi, è impossibile non ammirare la sua audacia, la sua grinta e perché no la sua assoluta spietatezza.

Un altro aspetto che mi ha colpito e che sto ergendo a denominatore comune per questi vecchissimi film è la presenza di momenti davvero esilaranti. Voglio dire magari noi pensiamo che una volta il rigore formale che permeava i rapporti interpersonali tra gli individui non consentisse per certi versi “momenti comici”. Macchè. La vis comica è presente anche in questo film e devo rilevare che è di pregevole livello, anzi, fa capolino negli aspetti più altamente drammatici e, forse, anche questo è stato motivo di scandalo…

Quasi dimenticavo di dire che anche questo film, come il Faust di Murnau, è muto, con pochi sottotitoli e senza colonna sonora ma vi dico che dopo la botta iniziale del primo ci sto già facendo il callo.

Provateci.

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