"Viveva un calzolaio, con la moglie e i figli, nella casa di un mužìk. Non aveva né una casa sua, né terra sua, e per campare, lui con la sua famiglia, aveva soltanto il suo lavoro di calzolaio. Il pane costava caro, il lavoro invece costava poco, e così tutto quel che guadagnava lo spendeva per mangiare. Aveva, quel calzolaio, una sola pelliccia...'' *
Il buon vecchio Tolstoj. È un piacere leggerlo, Tolstoj, per la sua prosa distesa, leggera, vivida che incanta il lettore e dà vita alle parole. È come se i suoi personaggi esistessero realmente. Questo racconto (Cosa fa vivere gli uomini) lo lessi tanti anni fa, e lo trovai splendido. L'ho riletto l'altra sera e non è cambiato nulla. Il titolo, poi, è tutto una poesia: cosa fa vivere gli uomini, Lev, ce lo chiediamo che sono secoli.
‘'E così arriva, il calzolaio, alla cappella che c'è alla curva, e guarda, proprio dietro alla cappella c'è qualcosa di bianco. Stava già facendo buio. Ci guarda meglio, il calzolaio... Sarà una bestia?... Di testa somiglia a una persona, ma come mai è bianco. E che ci fa una persona qua?''
E così Semën incontra Michajla, l'angelo caduto. Un po' come, nel ‘'Santo Bevitore'', Andreas incontra il distinto signore. L'uno, un barbone alcolizzato che vive sotto i ponti della Senna, l'altro, un gentiluomo che gli regala duecento franchi; ma Andreas, con alto senso dell'onore, li accetta solo a patto di restituirli tutti alla statua della ‘'piccola Teresa'' nella chiesa di Santa Maria di Batignolles. E così inizia la sua odissea, nel tentativo di mantenere la promessa fatta. È una favola, quella del santo bevitore, ambientata in una magica Parigi: le luci, le ombre, i miracoli, i misteri della santità, le tentazioni della vita...
E con un finale bellissimo:
‘'E prese a cantare l'angelo in lode a Dio, e al suono della sua voce tutta l'isbà tremò... E all'angelo spuntarono le ali dietro la schiena, ed egli salì al cielo''
E l'angelo caduto risalì al cielo. Per Andreas tutto è più umano: una visione profondamente mistica, e poi la morte, lieve e discreta. Ma non prima che abbia compreso il mistero della fede. Come Michajla è necessario che comprenda le tre parole di Dio, e la terza è la più difficile.
Sì, perché tanto tempo gli serve per capire che:
‘'in realtà (gli uomini) sono vivi soltanto perché è l'amore che li fa vivere''
* Edizioni Mondadori, traduzione di Igor Sibaldi
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