Per chi, come me, ha trascorso l'adolescenza negli anni '80 (e non so se sia un bene o un male alla fine..), sicuramente avrà passato la fase "scatolone, fessurina monetaria, grande schermo, levetta e pulsantoni colorati" nel bar vicino a casa.
Altri tempi, altro modo di vivere la vita, altra musica (che non so se sia un bene o un male alla fine..), altre avventure, giri in bici senza fine, esplorazioni di boschetti e costruzione di capanne abusive puntualmente buttate giù dal contadino sospettoso di zingaraggio, raudi e petardi mozzamani, cartoni animati gloriosi e sfide da pigliarsi a schiaffi per riuscire a scrivere il nome (abbreviato a tre sole lettere!) prima di quello del tuo amico o dell'altro che ti stava enormemente sui maroni e dovevi battere a qualsiasi costo!
Legnate prese dai più grandi, così, senza motivo, ti insegnavano cosa voleva dire il rispetto verso chi aveva "qualche annetto in più", dunque "muto e coda tra le gambe, sguardo basso, passi lunghi e ben distesi" se non volevi prenderle di santa ragione. Altri tempi già..
Le sfide ai videogames, oltre a buttare (con gioia) tonnellate di 50, 100, 200 e 500 lire (evoluzione dell'inflazione non certo proporzionale al reale potere d'acquisto dello scarso contenuto del tuo portafoglio con strappo della squadra preferita o di qualche cantante ghei oppure Madonna), servivano anche a creare simpatici momenti di aggregazione e ritrovo collettivo, dove poter interagire e aumentare la qualità dei rapporti interpersonali, cosa che oggi, purtroppo, si sta perdendo a vista d'occhio, tra consolle, PC, giochi sempre più complessi, telefoni cellulari cuocipasta e sforna brioches, frizzi lazzi cotillons e ricchi premi per tutti (obesità, maleducazione e mancanza totale di rispetto i più ambiti).
Capita che un giorno, appena entrato nel magico mondo del gelato, patatine, famose bibite gassate colorate e zuccherate, Big Babol e ogni sorta di ben di Dio, vidi arrivare il magico furgoncino cassonato, con un nuovo scatolone legato dai temibili e pericolosissimi ganci elastici con terminale uncinato, e pensai: "Vaaaaai, cazzo, che sarò il primo a provare il nuovo gioco!".
Scaricato il "pacco", e caricato il "vecchio rottame" destinato ad altro bar per la gioia dei gagni del paese accanto, bastava solo inserire la spina, due settate alle opzioni e via! (il tipo lo ammiravo come Platini quando si sdraiava sull'erba per protesta, e mi sembrava come il Dio dei programmatori, più tardi scoprì che si trattava di una cagata impostare le opzioni di questi "dinosauri del videoludico"). Asciugata la bava alla bocca per la trepidante attesa, dopo un breve caricamento appare il miracolo:
"Wonder Boy"- A.D. 1986
Ripresentandosi il fastidioso problema della bava alla bocca solo per l'immagine iniziale che, ai tempi, mi sembrava il top delle fikate a livello grafico e non avendo tempo materiale per asciugarla poichè, come ipnotizzato, avevo già inserito tutte le monetine a disposizione con sguardo assassino a 360° come un camaleonte mannaro famelico, mimetizzato da sgabello e cassone, in modo da assicurarmi lunghissimo tempo per provare il nuovo "mostro", diedi inizio alla prima partita. Soddisfazione immensa quando arrivava qualcuno vicino, notava la gran fikatissima di giuoco nuovo e ti chiedeva "Quanti crediti hai ancora?" e tu, con una luce sinistra gioiosa negli occhi e una felicità pari a quella della tua prima erezione rispondevi "Guarda, è la prima partita, ne ho ancora 12!".
La storia, già di per sè, era innovativa ai tempi, un'avventura vera e propria per liberare Tanya, fidanzata del piccolo cavernicolo Tom Tom, rapita da un perfido e ignobile stregone, tal Drancon. Con l'aiuto delle proprie gambette zompettanti e un'ascia di selce, il nostro eroe doveva affrontare una serie di livelli (non ricordo di preciso il numero), ognuno suddiviso in quattro parti:
Foresta con api, serpenti, fuochi e rane, Mare con nuvolette bastarde su cui si deve zompare evitando polipetti e pesci spada, Caverna, con teschi di fuoco blu, massi, pipistrelli svolazzanti, con parti ghiacciate insidiosissime, Foresta (modificata), ancora più difficile con orsi maligni che tendono agguati alle spalle e mostro finale da scassare.
Wonder Boy è sicuramente uno di quei giochi (platform) che più mi ha fatto venire il nervoso in assoluto, poiché, oltre a stare attento a non toccare assolutamente nessun mostriciattolo, insetto e roba varia, dovevi acciuffare anche quanta più frutta possibile durante il livello, poiché la tua barra di energia calava con il tempo e “mangiare” era l’unica cosa che ti poteva salvare da una fine certa (con salto, sgambettata e discesa sottoterra al suono di una musichetta odiosa). Se poi ti capitava di rompere l'uovo con la simpatica morte munita di falce che ti si appioppava sulla testolina, era veramente finita, l'energia crollava a picco come il Dow Jones nei peggiori momenti di crisi. In tuo aiuto, oltre alla scure, potevi trovare anche uno skateboard che velocizzava notevolmente la corsa contro il tempo e permetteva salti notevoli (a patto di saperlo controllare al meglio!) e una magica fatina, nascosta anch'essa in un uovo da rompere, cheti rendeva invulnerabile a tutto, tranne che ai salti nel burrone o in acqua..
Il sonoro aumentava a dismisura il nervoso e l’emicrania cronica, poiché una nenia agghiacciante ipnotico/ripetitiva ti accompagnava dall’inizio alla fine del livello, cambiando solo in lugubre ipnotico/ripetitiva quando era ora di affrontare il livello che portava al mostro finale.
Mai riuscito a finirlo per intero, ci sarebbero volute una valanga di monetine e ai tempi e le mie finanze dovevano essere equamente suddivise tra beni di primo consumo (patatine, gelati e bibite gassate colorate) e videogames, questi dunque i primi esperimenti di bilancio di previsione e gestione del capitale.
Mai riuscito neanche quando ho scoperto, con sommo piacere, che esistevano gli emulatori per PC, dove non servivano le monetine, ma una sana dose di pazienza che, purtroppo, è venuta meno in poco tempo..
Questo rimane una pietra miliare del periodo “cassone voluminoso con doppia levetta e pulsante giallo, rosso, verde, in alternativa blu”, uno di quei giochi che avresti dovuto provare almeno una volta nella vita, meglio se nel periodo giusto, da ragazzino, nel pieno degli anni ’80, tra un pezzo di Madonna, Duran Duran, Spandau Ballet, Europe, Culture Club, Level 42, Pet Shop Boys, Fine Young Cannibals, Simple Minds, U2, Cure e la dance di Baltimora, Albert One, Modern Talkin, Off, Den Harrow, Gazebo..
Tutta gente che (tranne i Cure), a detta di molti, ha rovinato per sempre il modo di fare e intendere la musica..
Game Over... Continue? 10 9 8 7 .... La moneta cazzo!!!!!!!!!!!
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