Voi, amiche debaseriane, avete mai ascoltato la vostra vagina?

Guardate che sembra una sciocchezza ed invece è un problema serio. Gli uomini passano un bel pezzo della loro vita a giocare col loro gingillo, misurano, confrontano, si pavoneggiano ... il mio compagno gli si rivolge con familiarità, gli ha dato pure un nome! Siamo dovuti ricorrere ai ripari e battezzare, in tutta fretta, la mia vagina ma, avete idea della differenza? Ricordarsene solo adesso? Perchè a noi hanno sempre fatto pensare che "laggiù" c'è un mondo che è meglio ignorare, qualcosa di oscuro ed immondo di cui è meglio non vantarsi. Ed allora è facile capire perchè una donna si rivolga, difficilmente, alla sua vagina. Eppure c'è, sta là, non è scollegata dal resto del corpo, e pretende rispetto, considerazione, attenzione, ha una dignità che vuole venga riconosciuta.

I movimenti femministi degli anni '60 avevano capito che quello dell'accettazione e della conoscenza era un nodo fondamentale. Molti promossero il "procedimento di autoconoscenza". Il Woman's Health Center, ad esempio, portò in giro per il mondo il self-help. Nato come pratica di conoscenza del proprio corpo per riconoscere i sintomi di disturbi dell'apparato genitale, mostrava, utilizzando uno specchio ed una torcia, com'era bello il "mondo" laggiù, una rivoluzione mica da poco! Perchè il primo passo per avere rispetto di una cosa è conoscerla. Ed osservandola le donne non solo iniziarono a non vergognarsene, ma presero confidenza con la parte più intima e stupefacente del loro corpo, progettata apposta per dare piacere. Il passo successivo è stato quello di pretendere anche il rispetto altrui per la vagina, vittima di cose crudelissime. Stupri, abusi infantili, molestie sessuali, mutilazioni. Nell'Ottocento l'amputazione o cauterizzazione della clitoride era la cura normale e consueta dell'annoso problema delle ragazze che praticavano l'autoerotismo. Curioso che non esistano, nella letteratura medica, casi si asportazione o amputazione simili per evitare che i maschietti facessero altrettanto. E purtroppo le mutilazioni genitali femminili sono una consuetudine tristemente ancora troppo diffusa in molti Paesi, praticate per impedire alla vagina di assolvere al suo naturale compito. Ma anche nel lato "fortunato" del Mondo, la vagina non ha vita facile. Torturata da tamponi, freddi speculum e aderentissimi tanga ... Non è un mondo facile per le vagine!

Quindi, amiche, se anche a voi hanno insegnato a prendere le distanze dalla  vagina, a chiamarla con tutta una serie di sciocchi nomignoli, a disprezzarla, a far finta che no esiste ... rimediate. Siate orgogliose di lei, che è la nostra parte più vera.

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