Un giorno sono entrato in possesso di un bel libro, il come e il perché sarebbe troppo lungo da raccontare e non ho voglia di annoiare nessuno, comunque questo volume si chiama “Il Manuale del Recensore Death Metal”. L’edizione in mio possesso è piuttosto ammuffita e puzza un po’ di marcio, ma d’altronde visto il titolo non c’è molto da stupirsi, comunque mi sono sempre piaciute un sacco le pagine nere scritte con l’inchiostro bianco, danno quel tocco di oscurità in più che alla fine suscita simpatia. Invece un tizio che conosco sostiene di avere una copia scritta interamente con sangue di poser, però secondo me in fondo è solo un banfone.

La premessa del libro avverte che il lavoro di recensore death metal è avaro di soddisfazioni, infatti le recensioni death metal non interessano quasi a nessuno, però il recensore death metal non deve badare alla popolarità, perché la popolarità non è contemplata dal death metal ed il death metal non è contemplato dalla popolarità, insomma il recensore death metal deve intraprendere il suo cammino di formazione esclusivamente per diventare un recensore death metal, che poi è il motivo per cui ha comprato il manuale.

Il primo capitolo spiega come iniziare una recensione: dare qualche informazione sul gruppo di cui si vuole parlare, magari cercando di spiegare anche il contesto musicale in cui si è formato. Ad esempio: gli Excruciate sono un gruppo nato in Svezia a cavallo tra anni ottanta e novanta cavalcando l’onda di entusiasmo generata dai vari pionieri Entombed, Dismember, Carnage. Hanno pubblicato solamente l’album “Passage of Life” nel 1993 prima di sciogliersi nell’indifferenza più generale.

I capitoli successivi descrivono varie tecniche per sviluppare la trattazione dello stile musicale presente nell’album sotto esame e per cercar di esprimere a parole le sensazioni che si provano durante l’ascolto. Si consiglia di sviluppare uno stile fluido che risulti poco noioso ad un eventuale lettore, tenendo ben presente che comunque gli eventuali lettori si conteranno sulle dita di una mano. Ai principianti si raccomanda inoltre di familiarizzare con parole come: marcio, putrescente, verminoso, oscuro, asfissiante, mortifero, brutale, letale, sanguinolento, ecc… Per continuare con l’esempio precedente: in “Passage of Life” si sente chiaramente che il gruppo è svedese, infatti le chitarre graffiano che è una meraviglia e le distorsioni sporche si attengono pienamente al canone “Left Hand Path”. Ciò che contraddistingue gli Excruciate è un approccio più tecnico e ragionato, in contrapposizione all’ignoranza e alla spontaneità riscontrabili in album come “Like an Ever Flowing Stream”. I riff si susseguono uno dopo l’altro con incastri perfetti, una valanga inarrestabile studiata per sopraffare l’ascoltatore. Il tutto senza rinunciare però al DNA dello swedish death.

Nei capitoli finali si accenna ad un eventuale conclusione che dovrebbe un po’ riassumere il messaggio del recensore, inoltre ci sono vari consigli sulla lunghezza, continui moniti sullo scrivere cose sensate e sullo scriverle correttamente. Vi sono poi varie appendici che confesso di non aver mai avuto voglia di leggere.

Nel caso vi interessi questo manuale fatemi un fischio, se mi state simpatici ve lo presto volentieri!

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