L'esperienza di una nuova interrelazione tra la musica e l'enigmatica forza di suggestione che la musica stessa produce. La scomposizione di un flusso in singole parti di suono solo apparentemente caotiche e scombinate tra di loro. O viceversa, un'inquietante e drammatica combustione musicale organizzata in microstrutture perfettamente affilate e congegnate: una sorta di "delirio logico", assemblato a mosaico, scandito come un insieme di fotogrammi di una vecchia pellicola sci-fi proiettata a velocità alterna, come tavole onomatopeiche di un albo di Diabolik o di Kriminal.
Fantômas è il parto della mente geniale ed iconoclasta di Mike Patton (Faith No More, Mr. Bungle, Tomahawk e tonnellate di preziosissime collaborazioni) in società con Dave Lombardo (Slayer o la rivoluzione con due bacchette e 5 pelli), Trevor Dunn (Mr. Bungle, Trio Convulsant) e Buzz Osborne (chi non conosce King Buzzo ed i Melvins alzi la mano); insomma una cricca di allegri personaggi che col bizzarro e l'inventiva vanno da sempre a braccetto e che in comune condividono l'intenzione di superare di volta in volta il concetto di sperimentazione messa in atto attraverso i suoni. Da qualsiasi angolazione tu lo osservi, questo primo disco dei Fantômas è tanto ostico e folle quanto entusiasmante e ricolmo di invenzioni. Un 'comic book' di trenta pagine, trenta schegge della durata di pochi minuti ciascuna, trenta brevi clip scuri come la pece che implodono ed esplodono tracciando un percorso sonoro stilisticamente incollocabile se non nel marasma di un balbettante proto-metal sminuzzato e mescolato a passaggi twang, organi ultraterreni, cori mefistofelici e risate sataniche, spari, urla, gemiti, sospiri e cigolii agghiaccianti.
Uno di quei dischi da ascoltare spegnendo la luce e staccando il telefono, prima di mettere le cuffie buone per sentirne tutti i minimi dettagli; da riascoltare distrattamente mentre si riorganizza la propria videoteca di film noir e la scansia con i fumetti dal bordo nero; poi nuovamente in cuffia.
Fantômas è un disco bello, pazzo e libero di tutte le convenzioni tipiche della scrittura musicale. Perché assesta una serie impressionante di picconate talmente forti da far crollare l'edificio del buon vecchio rock di stampo classico, schernendolo con geniale e nero sense of humour per poi masticarlo e rigurgitarlo con la violenza para-metallica della contemporaneità.
Fantômas può. Fantômas è il signore del terrore. E minaccia il mondo.
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