Ok, qui dovrebbe starci una pseudo-recensione della prima serata del Flippaut Festival, roba di quasi una settimana fa.

Se un concerto mi lascia entusiasta, la pseudo-rece non tarda ad arrivare. Se perplesso, ci metto un paio di giorni per mandarla giù. Figuratevi quanto può essermi piaciuto il FlipDown. Partiamo dal prezzo? Ok facciamolo. Quaranta eurini tondi tondi (fortuna che ne ho pagati la metà), sessanta per le due serate. Niente male direi, pensando che iggy pop ne vuole 32 a settembre. E iggy pop vale poco poco di più di fatboy slim o di paul weller, giusto? Ora che ci penso anche gli iron maiden vanno via a trentasei, insomma... ci siamo capiti.

Parliamo della musica? Ok parliamone. Arriviamo quando Paul Weller (che da qui in poi chiameremo Paolo Guallera) sta per ultimare il sound-check. Premessa: non avevo mai sentito niente dei Jam o degli Style Council, né tantomeno mi sono mai misurato con la carriera solista del suddetto Guallera. Il live mi ha dimostrato che mi son perso ben poco. Guallera assomiglia molto a Jeremy Irons, quindi almeno d'aspetto è sufficientemente fico per non sembrare ridicolo a cinquant'anni con una chitarra a tracolla. Suona potente per mezz'ora, poi l'età si fa sentire e inanella ballate su ballate che neanche gli scorpions a fine carriera. Sonno incipiente. E per la cronaca in prima fila ci si arriva passeggiando tranquillamente, tanto sparuto è l'uditorio.

Bene. Il Guallera si scansa fra gli sbadigli e, dopo l'ineluttabile mezz'ora di cambio palco, arriva il ragazzo grasso ma snello (in alto a destra, la sua espressione appena ha realizzato che a suonare su Plutone faceva più pubblico). Il quale si dimostra un paraculo mica da ridere, parte coi suoi riempipista - e spacca assai - e li intervalla con il POOOO, PO PO POOO, PO POOOO, POOOO che tutti abbiamo ancora in testa dal nove luglio.
Spettacolo godibile, consolle stratosferica, Pirlo sul mega-schermo che esulta in loop a tempo di musica, gente che balla, gente che salta... ma sempre poca gente rimane. Insomma, sembra una festa campestre venuta maluccio, festa campestre per coppiette fighette che lasciano un capitale giusto per trascorrere una serata diversa, eppoi c'è fatboy slim, vuoi mettere?

Mancherebbe ancora una descrizione del dj-set post-concerto. Ora, se già s'era in pochi per Guallera e Fatboy, figurarsi per Boosta ai piatti. Il tutto fino alle due, non un minuto di più, ché poi le folaghette dell'idroscalo non dormono e l'ecosistema s'incazza. Fuck.

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