Terminato e divulgato solo nel 2008, in modo assolutamente sotterraneo, dopo una lunghissima e travagliata lavorazione, questo "Ectoplasm Flesh" è uno dei film più allucinati e allucinanti che abbia mai visto. Pur con tutti i difetti delle produzioni indipendenti a basso costo, le profezie visionarie e agghiaccianti dell'autore (conosciuto soprattutto in ambito musicale) riescono a lasciare il segno grazie ad una narrazione onirica, quasi subliminale, e ad un'abbondanza di suggestioni erotiche e esoteriche di forte originalità.

Siamo dalle parti di Lynch e Tsukamoto, con una mescolanza di surrealismo e cultura industrial che diventano fantascienza senza fare il minimo uso di effetti speciali. Qui al centro del futuribile c'è un'invasione aliena che stermina quasi totalmente l'umanità attaccando e devastando grazie ad onde elettromagnetiche invisibili, salvando soltanto una precisa categoria di individui (svelata nel pessimistico finale). La storia è narrata dalla voce femminile di una sopravvissuta che ripercorre - dapprima confusamente, poi con lo spirito della rivelazione - i suoi primi contatti con gli invasori e la scoperta del motivo per cui è stata lasciata in vita.

Immagini "sporche", montaggio trasversale, povertà di tecnologie a cui il regista supplisce con la forza delle sequenze e dei dialoghi, sfruttando le sue abilità di manipolatore di suoni e alcune sue composizioni musicali sperimentali. Il risultato è un film di circa 20 minuti in cui ci si cala nella più sconcertante e provocatoria delle ipotesi sulla colonizzazione extraterrestre. Ipotesi che, se fosse stata espressa in un film mainstream, avrebbe suscitato sicuramente un mare di polemiche e di contestazioni. Mentre qui è un interessante spunto di riflessione messo in scena con industriosa creatività, anche se un budget produttivo più alto avrebbe probabilmente giovato.

Numerose le allegorie erotiche, con i ricordi onirici di una seduzione da parte degli alieni. E poi una varietà di invenzioni distorte che quasi mai si vedono nelle produzioni di larga distribuzione.

Resta il rammarico per il fatto che questo lavoro è difficile da trovare, da vedere. E che soprattutto in Italia non si dà sufficiente attenzione ad opere dotate di originalità e innovazione. A me hanno prestato un duplicato, che ho fatto salti mortali per avere.

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