"Il giocatore" è un romanzo di Fedor Dostoevskij, probabilmente il massimo esponente della letteratura russa dell'800, uno dei più grandi scrittori di ogni tempo.

Romanzo "minore" scritto in soli 28 giorni per far fronte ai debiti (di gioco, Dostoevskij fu egli stesso un giocatore d'azzardo) ed in contemporanea alla stesura di un altro romanzo pur esso scritto con una certa urgenza ma venuto piuttosto bene visto che trattasi di DELITTO E CASTIGO... insomma i debiti erano tanti e Dostoevskij in ogni caso era soggetto ad un contratto editoriale "capestro" che lo costrinse a produrre a grande velocità e quantità.

Ambientato in un'immaginaria città termale tedesca chiamata Roulettenburg, il giocatore è la storia di Aleksei Ivanovic, giovane precettore al servizio di un generale russo.

Il nostro, che è anche l'io narrante, si trova in albergo col generale ed il parentado. Intorno una storia di debiti, fallimenti, coalizioni, intrighi, tutto per non cadere in disgrazia, in fallimento. Solo la ricchissima nonna del generale, la "baboulinka", uno dei personaggi letterari più straordinari in assoluto ed impareggiabile figura di spicco in questo romanzo, potrebbe salvare un po' tutti dal disastro finanziario che incombe e tutti sperano nella sua morte... ma la nonna, è viva e vegeta e sta per arrivare in città... ed indovinate un po' qual è l'attrazione principale a Roulettenburg?

Il giocatore è senza dubbio un romanzo ROCK. Scorrevolissimo, i dialoghi poi... difficile trovare tanta schiettezza soprattutto oggi, in quest'epoca oscurantista reazionaria politically correct ed ipocrita (peccato però, credevo che andando avanti nel tempo l'umanità si sarebbe dovuta evolvere non involvere). Imperdibili le scene al casinò ed è incredibile come il demone del gioco possa ridurre una persona alla stregua di una zattera tarlata nel bel mezzo dell'oceano in burrasca...

Dostoevskij descrive questo universo di pusillanimi con maestria, del resto tratta un argomento che conosce direttamente e nel quale è totalmente coinvolto.

Il libro si legge con facilità sia per l'incalzare dei dialoghi che tengono sempre il ritmo alto sia perchè non è che abbia punti morti o lunghe descrizioni di questo e quello come avviene generalmente in altri romanzi...

infine si legge direi anche con interesse e gusto perchè ... è BELLO!

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