Dopo le vette emozionali di "City Of God", torna dietro la macchina da presa il brasiliano Fernando Meirelles, alle prese con un soggetto tratto dal romanzo "Il giardiniere tenace" di John Le Carrè. La vicenda che ci viene narrata è quella del diplomatico inglese Justin (Ralph Fiennes) che insieme alla moglie Tessa (Rachel Weisz) iniziano una serie di iniziative per migliorare le condizioni delle popolazioni africane, sulle quali le grandi aziende farmaceutiche sperimentano nuovi medicinali. La posizione scomoda che Tessa assume nei confronti di queste grandi industrie la porterà alla morte e suo marito cercherà in ogni modo di arrivare all'origine di tutto ciò, scoprendo infine una corruzione dilagante e metodi di lavoro disumani...

Trama complessa e articolata per "The Constant Gardener", a metà tra il dramma, il genere sentimentale e il thriller d'inchiesta. Meirelles punta molto sugli attori ed elabora sulla loro storia amorosa le altre implicazioni del film, che si aprono a ventaglio per incastrarsi l'una nell'altra. Infatti la ricerca del mandante dell'omicidio, così come le rivelazioni di ciò che sta dietro alle aziende farmaceutiche vengono mescolate tra di loro fino a generare una matassa a volte difficile da dipanare, ma funzionale al messaggio che il film porta con sè. Ci sono interessi e complicazioni dietro i grandi affari di queste industrie, e molti di essi non saranno mai resi pubblici. Il piano etico viene lasciato completamente in balia di quello affaristico e l'uomo diventa cavia su cui utilizzare farmaci non ancora codificati e quindi probabilmente dannosi all'organismo.

Questo messaggio di denuncia va di pari passo con un messaggio decisamente meno calcato, quello ecologista, che si può percepire nell'importanza che il protagonista da alle piante, uno dei suoi hobby preferiti. Parallelismo che troviamo anche per quanto riguarda la storia d'amore stessa: quando Justin e Tessa si trovano in città o comunque nella loro casa, la fotografia si fa plumbea, grigia, riflettente gli stati d'animo dei due che nonostante un forte legame di fondo sembrano comunque sempre distanti tra loro. Nel momento in cui si passa ai paesaggi africani (splendidi), la fotografia assume colori a dir poco accessi che sembrano vivere sul bordo dello schermo e donano una connotazione di speranza e austerità allo stesso tempo. Per questo motivo grande merito va al lavoro svolto da Cesar Charlone.

Di notevole intensità anche le prove di Ralph Fiennes e Rachel Weisz che interpretano due personaggi non facili, così come non facile e un po' fuori dagli schemi è il tema trattato.

"The Constant Gardener", sebbene alcune volte scada nel mieloso e potrebbe risultare anche noioso in alcuni punti, rappresenta a mio parere un film pienamente riuscito che tratta argomenti "caldi" attraverso uno stile netto e a tratti anche documentaristico.

"Adamo è stato il primo bozzetto di dio, ma la vera opera d'arte è Eva".

Premio Oscar 2006 alla miglior attrice non protagonista (Rachel Weisz).

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