FFF Fiale è un musicista particolare, difficile da descrivere: nella sua musica, prevalentemente elettronica, si fondono varie anime. Ma cominciamo dal principio...
Il tema attorno cui ruota l'intero disco è la sovrappopolazione, nel libretto che accompagna l'album è riportato un grafico che mostra l'espansione urbana della città di Londra attraverso i secoli e una didascalia fa notare come quella chiazza scura che si espande sulla cartina assomigli incredibilmente ad una massa tumorale in espansione. Del resto la copertina mostra una miriade di neonati con il volto del musicista.
Il disco si apre con la title-track, "Kreshete und moltiplykatevj", che prosegue (o precede, non conosco l'esatta cronologia delle sue opere) le sperimentazioni dell'album "Il Richiamo Della Corriera Cosmica". L'intero brano si regge su un riff elettronico il cui timbro ricorda la musette dei vecchi sintetizzatori dei primi anni '90. Pian piano si sovrappongono altre voci e presto la melodia assume un carattere fortemente percussivo e subentra la voce del nostro, filtrata e distorta chissà come tanto da perdere tutta la sua umanità. Un difetto, a mio avviso, del disco è propro questo: la voce, così manipolata, diventa troppo confusa e si perde dietro alla musica e fa fatica ad emergere. Questo rende anche poco comprensibili i testi che sono però di un buon livello. Una musica che viene dal futuro, molto "astratta", irreale.
Il secondo pezzo, "Al Sorger Della Notte" inizia con delle strane percussioni che non sono riuscito ad identificare che disegnano un tessuto sonoro ricamato da leggeri tintinnii altrettanto indefinibili (sembra un midi). Subentrano presto altre voci (sinth e chitarre probabilmente sintetizzate) che introducono un'atmosfera molto più cupa di quella del primo brano. La melodia del cantato è originalissima e particolarmente evocativa, l'andamento del brano e il ritmo mi ha ricordato gruppi come i Tool, ma Fiale ha una maggior vivacità melodica. La voce ricorda i nastri ascoltati con un walk-man con le pile scariche, ma l'effetto, credetemi, non è niente male (a parte il problema prima esposto). "Blyutzqwer Phantazy" da un tocco etnico al disco con l'utilizzo di suoni che ritrovo in certe musiche popolari asiatiche ma con progressioni armoniche molto strambe, alcune tipiche del jazz d'avanguardia, altre simili a quelle di certi dischi di Frank Zappa (ma anche di un certo progressive rock). Ad un certo punto il brano sembra una fusione fra i Pink Floyd del primo disco, gli Art Ensemble Of Chicago e la musica popolare indiana. "MA Ke Belle Strysholine" ha una melodia molto allegra che crea un suggestivo contrasto con il testo di denuncia sociale assai amaro. Ma all'interno del pezzo ci sono anche dei bruschi stacchi segnati anche da urla disumane di Fiale che, assieme alla sezione ritmica selvaggia e folle, si avvicinano molto al death (Fiale ha anche suonato la batteria in un gruppo death o thrash, non ricordo esattamente).
"Helldunkelz" (non chiedetemi perchè si ostini a fondere il tedesco con l'italiano e l'inglese!) inizia con un pianoforte molto leggero che rappresenta una confortevole pausa dopo gli sperimentalismi iniziali e prima della cavalcata ritmica che serve ad introdurre quelli successivi, che si espletano in un qualcosa che passa subito da atmosfere alla Tchaikovsky a virtuosistici soli di tastiera alla Dream Theater sorretti da una base strumentale che può ricordare il Frank Zappa di Zombi Woof. "Persistenti & Replikanti" inizia in maniera molto psichedelica, ricorda le atmosfere di "One Of These Days" dei Pink Floyd ma, appena subentra la voce, torna a richiamare alla mente i Tool ma il pezzo dura pochi secondi. "Mondorovesciato" inizia alla Black Sabbath (Disturbing The Priest) ma in versione elettronica e poi diventa un qualcosa di difficilmente definibile che, pur essendo rozzo e goffo, riesce ad evocare atmosfere cupe e angosciose. In "Tzaromzqwer" sembra di udire il Battiato sperimentale di "M. elle Le Gladiator". Ci sono altre mille componenti interessanti che però non riesco ad inquadrare, ed è un vero peccato. "I prescelti" è uno dei pezzi migliori, ricorda nei primi secondi un pezzo dei Prophilax ma poi si evolve per diventare un caos incredibile. Il testo è uno dei più interessanti dell'intero album, il tema della canzone ricalca in parte la famosa teoria degli "antichi astronauti" ma il tutto è solo un pretesto per attaccare nuovamente la società. Tutto questo è vero solo se ho interpretato bene il testo, assai difficile da capire per via dei già citati effetti applicati alla voce. Ogni tanto obbligati, poliritmie, rallentamenti, accelerazioni, controtempi e cose di questo tipo contribuiscono a non annoiare l'ascoltatore.
Potrei aver detto un mucchio di scemenze vista la complessità dell'opera. Per questo riporto anche un link dove potrete avere maggiori informazioni se siete interessati:
http://members.xoom.virgilio.it/fiale/
Per esempio in questo sito ho visto che la mia versione del disco manca di alcuni brani. Tra l'altro potrete ascoltare alcuni pezzi di questo e di altri album. Ora basta! Non mi va di ricontrollare quanto scritto, quindi se ci sono errori di qualche tipo, perdonatemi!
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