«Sìsì, vittima di ‘sto ca##o».

Poi una sequela interminabile di punti esclamativi che non si vedono – perché mica questo è un fumetto – ma dal tono è facile intuirli.

E nel contempo quel gesto, mani a taglio ad indicare il suddetto, com’è d’uso gesticolare.

Così prorompe F. in una calda serata di metà luglio.

Poi, la circostanza che F. sia una giovin fanciulla e cosa indichino le sue mani a taglio sono in fondo dettagli di secondaria importanza.

Perché mica questo è un fumetto, questo è «Temptation Island».

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«Temptation Island» lo sai cos’è, non far finta di scendere dalla montagna del sapone lassù in Val Brembana, tanto lo so che la televisione è arrivata pure là.

E cosa può fare un povero cristo, di lunedì, dopo aver sparecchiato la tavola e riempito la lavastoviglie, se non sprofondare nel divano, telecomando in mano, e forzare la propria inconsistente ritrosia verso la rotta della tentazione più sottile?

Cosa offre di meglio il lunedì sera in Val Brembana?

Matematico che pure sul cucuzzolo della montagna del sapone ognuno è al corrente delle vicende che corrono a «Temptation Island».

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Che funziona così.

Un po’ di coppie un po’ in crisi vanno su un’isola e scoppiano, le donne nel villaggio delle fidanzate, gli uomini nel villaggio dei fidanzati.

Tutto consiste nel vedere se le fidanzate e i fidanzati resistono per una ventina di giorni allo scoppiamento.

Che detto così pare semplice.

E però, al confine del villaggio delle fidanzate ci sta il villaggio dei singoli e pure al confine del villaggio dei fidanzati ci sta il villaggio delle singole.

Ora, nel mondo reale se una è singola e uno è singolo significa che lei è una cozza mentre lui è uno scorfano.

Nell’isola tentatrice invece no, le singole e pure i singoli sono immancabilmente tipo Claudia Schiffer e tipo Tom Cruise e stanno là giusto per tentare gli scoppiati.

«Piantalo quel gaglioffo, non merita di cogliere un fiore come te», «Sìsì, proprio così, tu mi capisci».

«Tanto lei se la sta già spassando con quel fustacchione di singolo, eddai, baciami stupido», «Sicuro che lo sta baciando, e poi tu sei la singola che ho sempre cercato, smack smack».

Tutto all’insaputa ma sotto il vigile occhio della telecamera nascosta.

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Poi, una volta a settimana, tutte le fidanzate vanno in spiaggia, in riva al mare, e si mettono a sedere su un tronco davanti a un focaraccio notturno, e questo è il falò.

Ci sta pure uno che chiede ad ogni fidanzata, «Oh, ti vorresti vedere un video sul mio laptop?».

Senza nessun doppio senso, quello ce l’ha davvero un video nel laptop da far vedere alla fidanzata di turno.

E in quel video il fidanzato della fidanzata se la sta spassando colla singola simil-Schiffer, in un modo o nell’altro, ‘sto scostumato!

E tutte le altre fidanzate appollaiate sul tronco guardano di sottecchi senza farsi accorgere, ignare della propria sorte.

Poi di nuovo tutte al villaggio ad imprecare la sorte.

Ed è così che al falò approdano i fidanzati.

Ci sta sempre quello che chiede ad ogni fidanzato, «Oh, ti vorresti vedere un video sul mio laptop?».

Senza nessun doppio senso, quello ce l’ha davvero un video nel laptop da far vedere al fidanzato di turno.

E in quel video la fidanzata del fidanzato se la sta spassando col singolo simil-Tom, in un modo o nell’altro, ‘sta scostumata!

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Fino a quando, a tirare troppo la corda, va a finire che la corda si spezza.

È allora che al falò approdano la fidanzata e il di lei fidanzato per regolare i conti in sospeso e decidere se a casa ci tornano insieme oppure ognuno per i capperi suoi, «E ridammi la collanina che ti avevo regalato per il compleanno», «E ripiatela, tanto l’avevi comprata dai cinesi, tiè».

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La cosa meravigliosa di «Temptation Island» è che nessuno vince niente ma tutti fanno il famigerato percorso.

«Eeeeehhhhh in queste settimane ho fatto un percorso, ho finalmente compreso quello che voglio», «Eeeeehhhhh, l’ho fatto pure io il percorso, sono cresciuta e so con certezza quello che voglio, e non sei tu».

Quando tutti gli scoppiati si sono ritrovati al falò di confronto col loro percorso, in quel momento «Temptation Island» chiude i battenti, tipo come è successo lunedì ed arrivederci alla prossima edizione.

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Ho divagato, ma adesso mi rimetto in carreggiata.

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Quindi, ci sta F.

F. è fidanzata con R.

È colpa loro se sto scrivendo questa roba, prenditela con loro.

Mi hanno colpito e pure indotto qualche pensiero.

F. dispone di R. a suo piacimento, lo disprezza e lo umilia ad ogni piè sospinto in sua assenza e pure in sua presenza, decide che al falò di confronto lo getterà via come una pezza logora.

R. subisce in silenzio e si avvia al falò come il vitello grasso dopo aver appreso del ritorno del figliol prodigo.

R. è la vittima sacrificale.

«Sìsì, vittima di ‘sto ca##o», prorompe F. nel corso del suo percorso, con tato di gesticolazione.

Però, ad una certa, proprio mentre F. lo sta liquidando con nonchalance, lui alza lo sguardo e lei ha una reazione strana.

Inizia a umettare le labbra, divaga, giustifica la sua decisione, appare confusa.

Comunque glielo dice a chiare lettere, «Insieme a te non ci sto più».

Ora appare nuovamente sicura di sé, pregusta la disperazione e la supplica di R.

Ma R. non ha abbassato lo sguardo.

«Tu mi hai mancato di rispetto».

F. non comprende.

«Insieme a te non ci sto più, ne trovo un’altra migliore di te».

La reazione di F. è quella della statua di Lenin che nel 1989 viene giù, una, dieci, cento, mille volte.

Annichilita.

Talmente annichilita che, per la prima volta, scorge in R. le sembianze di un essere umano.

Talmente annichilita da sussurrare «Diamoci un’altra possibilità».

«Insieme a te non ci sto più, ne trovo un’altra migliore di te».

92 minuti di applausi.

I social esplodono.

R. assurge a simbolo della rinnovata dignità e consapevolezza umana.

Tutto molto bello.

Edificante.

Tanto che, dopo tempo immemorabile, resto sveglio fino a notte fonda.

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R. e F. sono definitivamente scoppiati.

Un mese fa abbandonano l’isola delle mille tentazioni, ognuno remando fino a casa sua nella barchetta sua.

Voci insistenti vogliono R. protagonista della nuova edizione di «Uomini e donne».

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Due giorni fa «Temptation Island» chiude i battenti.

R. e F. sono di nuovo accoppiati, lui ci ha messo una pietra sopra.

Lungo la via dei social corre impetuosa l'onda dell’indignazione.

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Ci sono tante morali.

La prima che mi sovviene è un po’ volgarotta e me la tengo per me.

La seconda è che mi passa per la testa quello che canta Lou Reed in «Venus in Furs», a questo punto, colpisci, signora cara, e cura il suo cuore.

La terza è che stasera passa in replica la serata finale di «Temptation Island».

La quarta è che magari mi faccio un falso profilo per pubblicare ‘sta roba, però poi realizzo che ho scritto pure di Gianni Drudi, e quindi.

L’ultima è che odio l’estate.

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