Tornano i Fleshgrind e ci propongono la loro seconda fatica.
"The Seeds Of Abismal Torment" è il titolo del proseguo di "Destined For defilement", album dove è partita la grande avventura di questi quattro ragazzi. Era stato già un buon esordio, ma dicendoci la verità, oltre a non essere stato pubblicizzato molto, questo cd non aveva suscitato in molti una grande aggressività, cavallo di battaglia di questo genere.
Dopo il cambiamento di line-up che vede in formazione un nuovo batterista, la band sembra aver ingranato la giusta marcia visto il grosso mutamento di sonorità, di ritmi e di strutturazione delle composizioni. L' album è molto più aggressivo come già detto in precedenza, si riesce a spingere molto di più in termini di velocità e le canzoni prendono tutte quante il loro profilo distinguendosi facilmente l' una dall' altra.
Il sound è molto pastoso e pieno oltre che pesante e brutale. Il lavoro svolto dal batterista risulta molto più macchinoso e vario, le songs sono molto più fluide e molto meno noiose di "Destined...".
Premetto che per un album di questo tipo, gli ascolti sono richiesti in maggior quantità per riuscire ad integrare quello che è lo stile del gruppo e il tipo di sound scelto. Sicuramente ci troviamo di fronte ad un gran bel lavoro prodotto da gente che vuole farsi conoscere e gridare al mondo intero il proprio inno brutale!
Da segnalare la partecipazione di Lenzig, il cantante dei Cephalic Carnage nelle seguenti canzoni: "Monarch Of Misery", Desire For Control" e "The Deviating Ceremonies" (si notano subito le diverse sfumature vocali).
Canzoni come quelle appena citate, "The Supreme Art Of Derangement" o "Hogtied And Hatefucked" sono dei veri e propri colpi dritti allo stomaco.
Una spanna sopra la media della maggioranza degli altri gruppi.
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