Questa mia recensione scaturisce da quanto mi capito' circa un anno fa. Un mio collega di lavoro, con cui condivido una grande passione per la buona musica (ed anche per il gruppo degli Who) , mi propose di aggregarmi ad una cena una domenica sera con altri suoi amici e amiche. In quell'occasione mi fece la gradita sorpresa di prestarmi il dvd del film ispirato alla rock opera Quadrophenia degli Who e diretto nel 1979 da Franc Roddam.

Dell'omonimo album degli Who (di cui ho una copia) conosco bene le meraviglie in esso insite e lo reputo uno di quei dischi tanto significativi da portarsi su un'isola deserta (penso che chi legge queste mie note abbia avuto, almeno una volta nella vita, modo di ascoltare il disco e di notarne anche lo stile sontuoso e a tratti wagneriano). Ciò che però mi rendeva guardingo (e a ragion veduta date altre esperienze maturate) era il classico divario che si nota fra un'opera come un libro ( o in questo caso un concept album) ed il film che se ne trae, perché qualcosa si perde per strada e chi ha letto un libro o ascoltato una rock opera si costruisce già mentalmente un film che è diverso da quanto poi realizzato da un regista cinematografico. Tanto per dire, lo stesso Tommy come film non era proprio tanto affascinante quanto il disco vero e proprio degli Who (almeno a mio avviso) . Ma pensavo in cuor mio che il parere entusiasta del mio collega riguardo il film Quadrophenia potesse smentire certe mie riserve di principio sul tema bellezza film/rapporto qualitativo con l'opera a cui si ispira e, nei giorni successivi a quella cena, accesi il lettore dvd e, comodamente seduto in poltrona, mi guardai la pellicola (notare bene che giusto prima mi era riascoltato per intero il disco riprovando tutto il piacere che scaturisce da un ascolto immersivo in cuffia di cotanto splendore musicale).

Ebbene, considerato che quanto stavo vedendo era la rappresentazione delle peripezie esistenziali di un'ormai vecchia conoscenza quale il ragazzo mod per autonomasia di nome Jimmy, qualcosa però in me mi induceva a non farmi prendere proprio dall'entusiasmo, semmai a seguire attentamente la resa filmica per cogliere cosa non girava esattamente nel verso giusto (come da trama originaria dell'opera). Certamente il protagonista è il giovane mod che è in urto con il mondo circostante : la famiglia di classica mentalità, l'ambiente lavorativo frustrante, la società inglese di quel tempo inesorabilmente classista e rigida. L'unica valvola di sfogo per un ragazzo così, considerato schizzato dalla società e con un ego scisso in più parti, è l'appartenenza ad un gruppo di coetanei (i mods per l'appunto) che, a bordo di Vespe e Lambrette vanno a darsele di santa ragione con altri giovani motorizzati coalizzati nel gruppo dei rockers. E, come storicamente avvenuto nell'estate del 1964 a Brighton, i due gruppi si picchiano selvaggiamente (la spuntano i mods) ma Jimmy resterà segnato da questi avvenimenti perché a causa del suo stile di vita ribellistico sarà cacciato di casa. Non solo, inesorabilmente si disilludera' di tutto: mollato dalla sua ragazza, insoddisfatto del lavoro, constatato che gli amici mods verranno risucchiati dalla routine della vita quotidiana (in particolare un elemento di riferimento come Ace, interpretato magistralmente nel film da Sting) , finisce preda di un'autentica crisi esistenziale. Ma mentre nel film Jimmy finisce con il gettare la Vespa giù dalle scogliere della costa inglese affacciata sulla Manica, nell'opera originale agisce in altro modo. Presa una barca, veleggia al largo verso uno scoglio solitario e qui giunge alla conclusione che tutto può andare bene se si assume che il senso della vita sta nell'amore verso il creato. Dopo questa rivelazione, che denota un sincero amore panteistico nei riguardi dell'esistente, resta inespresso se Jimmy morirà affogato o si salverà (la vicenda sottesa all'opera di Townshend resta nell'ambiguita') ma l'ascoltatore resta sedotto dalle note trascinanti del brano "Love reign over me " che chiude Quadrophenia. Purtroppo questa parte finale, di grande impatto filosofico, non viene resa dal regista Roddam, che si limita ad un'onesta rappresentazione della vita di un giovane disadattato nella società provinciale britannica a metà anni 60. Indubbiamente molto accurata (e con una grande prova recitativa soprattutto da parte di Sting) ma chi come me ha amato tanto il disco Quadrophenia e il suo messaggio di fondo non si può ritenere tanto soddisfatto, quasi si trattasse di una pietanza gradita non cucinata nel miglior modo possibile

A ciò aggiungo anche che, per vari motivi, da quella serata di un anno fa, non ho avuto modo di restituire il dvd a quel mio collega e di comunicargli le mie impressioni solo per cause di forza maggiore. Infatti, è andato in malattia e qualche mese fa mi ha inviato il messaggio che, dopo qualche giorno di febbre alta, doveva entrare in ospedale per aver contratto il Covid . È stato anche in terapia intensiva e ora sta seguendo un percorso di recupero post Covid . Con tutto quello che ha passato, quando sarà possibile rivederlo mi rallegrero'di ritrovarlo ancora fra noi viventi e solo in un secondo momento gli spiegherò le mie impressioni sul film (penso proprio che apprezzerà un punto di vista divergente che è sale della vita) .

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Di  Emi

 Quadrophenia è un piccolo capolavoro che vi consiglio di vedere se siete appassionati dell'album.

 La storia è una fotografia intensa della cultura giovanile degli anni '60, con un finale artistico e commovente.