Corre l'anno 2005 e Francesco Farfa ci regala il suo primo album "Human Bridge".
Eclettico dj che ha il merito di aver partecipato attivamente alla "rave-age" degli anni '90,
sviluppando soprattutto progressive e techno.
Premessa: da qui in poi ogni volta che in questa recensione troverete scritto "techno" dovrete
pensare alla techno stile detroit per esempio, e non alla musica che tutti etichettano come techno.
Se l'autore è eclettico, l'album che risulta non potrà essere che, per l'appunto, eclettico.
"Human Bridge" spazia principalmente tra le ultime sonorità in voga ovvero electro, house e minimal, ma passando anche per un pizzico di techno e di trance. In questa produzione però c'è anche spazio per la sperimentazione con tracce come "Changing Shape" dal sapore di anni '80 e pop ovviamente contaminati con synth e "La Palabra" assai spagnoleggiante, dettata forse dal fatto che Farfa ormai dimora a Barcellona.
La prima parte dell'album con "Seaside Highways", "Little Funny Man" che a mio avviso ricorda
le sonorità Italo ad esempio di Ajello, "El-Levante" e il singolo "Universal Love" rappresentano la parte più house e minimal dell'album anche se comunque sono abbastanza veloci e con beat non tipicamente house ma più vicini alla techno.
Dopo la track n. 6 "La Palabra" entriamo nella parte che si avvicina di più a sonorità come electro, techno e trance con "Libertà" al cui interno vi è una frase che recita "un volto triste non è altro che un sorriso capovolto, ribalta il pensiero e cambia il mondo intorno a te", stupenda. Con questa song fanno capolino nella mente i fratelli Hartnoll, con atmosfere tipiche del progetto Orbital.
"Mondi Astrali" torna su lidi prevalentemente house ma con l'altro singolo "Acidazzo" si passa all'electro più classica. "Outing" è la traccia più energica dell'album con un riff di chitarra sapientemente mescolato con synth, beat e cantato davvero giusti per completare questa canzone.
In "Deep Centre" emerge il passato trance di Farfa il tutto imbevuto con le nuove tendenze
e una voce femminile che fa tornare agli anni '90. "One Step To Heaven" in bilico equamente
tra electro e house chiude l'album a mio avviso nel modo migliore, sembra quasi voglia dire
"see you soon".
Francesco Farfa esordisce come si dice "con il botto" sfornando all'esordio un album già molto maturo, che spazia tra tutte le tendenze attuali e non. D'altra parte uno con la sua esperienza più che decennale non poteva sbagliare.
Aspettiamo fiduciosi il seguito di questo ottimo "Human Bridge".
Recensed by (sic)VII
Elenco e tracce
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