Pur facendo spudoratamente leva sulla bellezza e sulle forme dell'attrice protagonista, Red Sparrow è un film che sa intrattenere bene e regala anche un tocco di originalità pur nel logoro scenario dello spionaggio tra Russia e America, aggiornato in questo caso ai giorni nostri, perché «la guerra fredda non è mai finita».

Le semplificazioni sono enormi, nel caratterizzare le due potenze contrapposte. Troppo palesi per non essere caricaturali, macchiettistiche, da fumetto. Sembra più una parodia delle vicende di spionaggio da autentica guerra fredda, una farsa decisamente al passo coi tempi. Diversi personaggi che popolano le vicende sono bidimensionali, non per mediocrità della scrittura ma per volontà di prendere un po' in giro questo tipo di intrighi, per ridicolizzare i russi tanto quanto (anche se un po' meno) gli americani. Se i russi sono violenti, gli americani sono goffi e buonisti.

È un intrigo postmoderno, si potrebbe dire. Totalmente imprevedibile, espanso in infinite nicchie diegetiche che potrebbero funzionare come no. Sinceramente, i ribaltamenti sono così tanti che a un certo punto si smette di farne una disamina critica, non si riesce più a dire con precisione se tutti sono realistici. Si sospende l'incredulità e ci si gode lo spettacolo, che brutto non è. C'è anche un aspetto particolarmente fresco, magari non inedito ma apprezzabile: il bluff definitivo di una spia... è dire la verità. Ma a quel punto diventa impossibile comprenderne le reali intenzioni. Insomma, è tutto un paradosso di questo tipo, un serpente che si mangia la coda.

Quello impersonato da Jennifer Lawrence è un buon personaggio, per quanto non manchino dubbi sulla credibilità del suo percorso formativo, almeno inizialmente. Tremendamente affascinante e sensuale, ha la sua forza nella capacità di comprendere davvero cosa vogliono le persone che si trova davanti. E mi sembra che l'attrice abbia trovato una nuova dimensione, che si adatta bene – per contrasto - ai suoi tratti dolcissimi. Il ruolo di femme fatale, irresistibile e tremenda, si ritaglia perfettamente sulla sua sagoma. Ed è anche un bel profilo di donna, vista la temperie culturale: sa certamente usare il suo corpo, ma ha un altissimo senso della dignità e annichilisce i suoi avversari con l'intelligenza. L'astuzia la rende più forte di qualsiasi omone brutale.

Una pellicola divertente dunque, pur con una regia elementare e qualche forzatura di troppo. Stilisticamente povera, punta tutte le sue carte sul carisma degli attori e su una buonissima gestione del ritmo.

6/10

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