Jakob il bugiardo è un film del 1975 della RDT diretto da Frank Beyer. Nel 1999 fecero un remake con Jakob interpretato da Robin Williams.

Siamo nel ghetto, in Germania, la seconda guerra mondiale sta per finire, i russi sono alle porte …ma quando arrivano?

Intanto, nel ghetto ebraico, si sta sotto lo schiaffo dei tedeschi, si lavora, sono lavori manuali, spossanti, massacranti, si mangia poco e male, è una prigione a cielo aperto col coprifuoco dalle ore 20:00 in poi e non azzardarti ad uscire sennò vieni fucilato. E se non vieni fucilato bene o male crepi lo stesso: di fame, di stenti, per la fatica o magari perché t’ammazzi, tanto che vita è mai questa? È l’inferno in terra. O forse è solo l’anticamera dell’inferno, chè magari più in là capita che vieni deportato.

Non è consentito partecipare alla vita pubblica, i giornali sono vietati, la radio anche.

Ma Jakob ha una radio nascosta!!!

E così Jakob, correndo rischi elevatissimi, inizia a diffondere, magari solo al suo migliore amico, qualche notiziuola che apprende dalla sua radio. I russi stanno avanzando, sono a 120km. In una settimana dovrebbero farcela a liberarci… forse anche meno, tenete duro gente!

E ti pare che l’amico suo possa tenersi certe notizie solo per sé? Che rischio! Se i tedeschi venissero a sapere che nel ghetto c’è una radio…

Ma Jakob è bugiardo…

Poco più di 20 anni dopo, un film che ha molto in comune con questo, tipo gli ebrei e la guerra ma soprattutto tipo che ad un bambino non è il caso di far capire cosa stia accadendo, vincerà un oscar come miglior film straniero. Un film che a me tutto sommato è piaciuto abbastanza ma che ha un titolo, LA VITA È BELLA, che mi fa venire la nausea a dir poco.

Jakob il bugiardo è un film eccezionale, di molto superiore a La vita è bella.

Un film pregno di lirismo, una poesia, una dolcezza che assai raramente ho avuto modo di vedere …e di film ne ho visti tanti, tantissimi.

Un film raffinato. Un film, soprattutto nella prima parte, addirittura permeato da una forte componente ironica, ben presente nei dialoghi e nei rapporti umani degli ebrei disgraziati. Un’ironia che rende il film più leggero, più sopportabile, chè quello che stiamo vedendo è troppo brutto …ed è successo ieri, qua vicino…

Una scenografia scarna, essenziale, una colonna sonora straniante, micidiale, il cupo lamento di un dramma immane, uno strazio sul pentagramma.

Di grande rilievo l’utilizzo dei flash-back dei protagonisti che ricordano per pochi secondi il loro recente passato quando avevano un lavoro, una posizione, un amore. Proprio là nel ghetto, nelle stesse strade, nelle stesse case, un tempo pulite e luminose, ora devastate e sudicie, squassate dalle bombe, dalla follia della guerra.

Jakob, triste e dimesso, stanco e avvilito è però fortissimo e tira avanti, lui e le sue bugie, donatore di illusioni, di speranze… chè Jakob ha la sua nipotina da accudire e non mollerà mai e solo a lei farà ascoltare la radio, in una scena da brividi, gli stessi brividi che mi stanno arrivando mentre scrivo di questa scena e la ricordo…

Chè quando è finito il film e me ne sono andato a casa anche io ero triste e dimesso, stanco e avvilito, proprio come Jakob.

Chè certi film, una volta finiti, magari non accendi lo smartphone per vedere quante cacate ti sono arrivate, quanti whats up, quanti like, quante notifiche …magari pensi solo perché cazzo gli essere umani sono così cattivi?

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