Questo film del 1942 segnò il lancio della carriera di Alan Ladd, che fino ad allora aveva fatto più comparsate che ruoli parlanti e il cui nome appare come comprimario nel manifesto originale, perché nessuno si aspettava il successo del suo personaggio. Il contesto storico non era dei più rilassati: gli Stati Uniti erano in guerra col Giappone e Hollywood sfornava come ciambelle pellicole a base di sabotaggi, spie e minacce asiatiche. This Gun for Hire si inserisce nel filone, distinguendosi però grazie al personaggio di Raven, sicario professionista con l’aria afflitta di un filosofo stoico costretto ad usare la pistola.

Il film è tratto più o meno liberamente, da un romanzo di Graham Greene del 1936, This Gun for Sale, e racconta la storia di Raven, killer taciturno e asociale incaricato di far fuori un chimico e rubargli una formula segreta. Il mandante è un tale Will Gates (senz'altro non parente di Bill) che cerca di restare anonimo. Raven però scopre la sua identità e si accorge di essere stato pagato con banconote segnate. Ciliegina sulla torta: Gates fa una soffiata per mettere la polizia alle sue calcagna.

Inizia così una fuga da San Francisco a Los Angeles, durante la quale Raven incontra Ellen, artista di night club e, ovviamente, fidanzata del poliziotto che gli dà la caccia. Coincidenza sfacciata e assai improbabile, ma essenziale per far partire il vero motore emotivo del film: il rapporto tra Raven e la ragazza. Ellen riesce infatti a fargli vuotare il sacco sul suo passato da orfano maltrattato, introducendo il tema degli abusi sui minori e il tentativo di “razionalizzare il male” mostrando che anche dietro a un killer si nasconde un essere umano.

Raven non è cattivo,” ci sussurra la sceneggiatura con il tono accorato di chi cerca di farlo assolvere: “È il mondo che l’ha rovinato.” Per rafforzare questa visione, nelle prime scene lo vediamo accarezzare un gatto, che nel linguaggio universale del cinema significa “Ho un cuore, giuro.” Un secondo gatto, Tuffy, fa capolino nel finale, quando Ellen è quasi riuscita a convincerlo a non uccidere Gates ma a denunciare il vero colpevole: il magnate Alvin Brewster, pronto a vendere la formula chimica ai giapponesi. Patriotismo e redenzione in un colpo solo.

Naturalmente, il Codice Hays non poteva permettere un lieto fine a un assassino, per quanto sensibile e amante dei felini. Ma l’interpretazione di Alan Ladd colpì nel segno: glaciale, tormentato, elegante e letale, fu definito “un killer professionista con una ferocia desolata e struggente, che lo rese unico tra gli anti-eroi dell’epoca.

Accanto a lui, Veronica Lake, bionda platino e sguardo languido, divenne la partner ideale di Ladd anche in altri film. Complicità sullo schermo e soprattutto perfetta proporzione: era una delle poche dive più basse di lui, dettaglio che a Hollywood vale più del talento.

La regia è firmata da Frank Tuttle, artigiano onesto con una filmografia lunga quanto una lista della spesa, attivo dal 1922 al 1956. In Italia il film fu distribuito con il geniale titolo Il Fuorilegge - uno sforzo creativo che grida “pausa pranzo di due ore, annaffiata da qualche bicchiere.”

Per i puristi: dal romanzo originale di Greene fu tratta anche una fiction televisiva del 1971, con il titolo esatto di Una Pistola in Vendita. Nessuno la ricorda ma almeno aveva il titolo giusto.

Disponibile in versione originale su Internet Archives.

Carico i commenti...  con calma