"The Yellow Shark" è l'ultimo album pubblicato da Frank Zappa, poco prima che morisse. Si tratta di una raccolta di sue vecchie composizioni per orchestra eseguite dal vivo. Il disco è interessantissimo per vari motivi: l' "Ensemble Modern" ha lavorato con una tecnologia simile a quella normalmente usata nei concerti rock e le composioni furono concepite da Zappa per uno speciale sistema di diffusione sonora a 6 canali separati; i brani attingono soprattutto alla musica colta d'avanguardia (più che altro musica dodecafonica) ma il tutto assume un senso completamente diverso grazie alla totale apertura mentale di Zappa, il quale non pianifica le cose a tavolino ma si lascia guidare dal suo orecchio.

L'influenza maggiore è quella di Edgar Varese, da sempre ammirato da Frank Zappa; ma troviamo echi di moltissimi altri compositori moderni: Stravinsky, Schoenberg e altri. La peculiarità di quest'opera è che, sebbene affondi le sue radici nelle avanguardie europee e americane, al contrario di queste l'elemento melodico non è sacrificato in favore di esperimenti armonici o timbrici, tutt'altro!il primo brano "Dog Breath Variations" è complesso tempisticamente (diciamo che a Frank Zappa il classico 4/4 va stretto) ed è melodicamente assai vivace, tanto da poter essere apprezzato anche da orecchie "profane". Se state pensando a personaggi come Berio, Stockhausen, Sciarrino o Petrassi state tranquilli! La musica di Frank Zappa non è mai sperimentazione fine a se stessa, la sua musica nasce da una sensibilità molto classica anche se affascinata dall'avanguardia. Nei momenti meno digeribili, il disco ricorda vagamente le sperimentazioni di Zorn ma il resto è molto più immediato ed accessibile. Personalmente "Dog Breath Variations" e "Uncle Meat" mi ricordano un po' anche Gershwin sebbene strutturalmente siano abbastanza distanti dalle opere di questo. Anche armonicamente si differenzia da Gershwin per le minori influenze jazzistiche. Nonostante ciò non posso fare a meno di pensare a "Cuban Overture" quando ascolto questi pezzi.

La maggior parte dei brani potrebbe essere tranquillamente utilizzata come colonna sonora (e in effetti "Outrage At Valdez" mi sembra sia stata usata come commento musicale di un documentario). La costante sempre presente in tutto il disco è però, come già accennato, la presenza di poliritmie. Nella parte più avanguardistica del disco Zappa arriva a risultati affini alla musica di Ligeti, ma forse la somiglianza più forte è con Webern. Dal punto di vista della tecnica compositiva, probabilmente il punto più alto dell'album è "None Of The Above" ma non sono un esperto di contrappunto, prendete perciò questa mia affermazione con le pinze. Ad ogni modo il mio brano preferito è quello di chiusura: "G-Spot Tornado". Una segnalazione la merita anche "Questi Cazzi Di Piccione" se non altro per il titolo (che avrebbe dovuto essere in realtà "Questi Cazzo Di Piccioni": errore di italiano di Zappa). Se conoscete il Frank Zappa demenziale di "Hot Rats" o "Joe's Garage" dimenticatelo! Di queste opere è rimasta la voglia di non prendersi mai sul serio e di giocare con la musica ma le atmosfere sono totalmente diverse (basti pensare che lì troviamo un classico organico rock con qualche originale aggiunta e qui abbiamo invece un'orchestra di non ricordo quanti elementi). Un tipico fan di Zappa potrebbe annoiarsi ad ascoltare questo disco, mi riferisco a tutti quelli che l'hanno apprezzato come chitarrista in "Shut Up And Play Yer Guitar" (che a me non piace molto) o come pazzoide sboccato in "Cheap Thrills" (che è una raccolta eh!). Il peso storico di quest'opera non è mai stato riconosciuto completamente: in effetti l'opera non è poi così originale ma è grandioso il fatto che Frank Zappa sia riuscito a creare qualcosa che potesse essere tranquillamente inserito nelle avanguardie del novecento pur essendo vicino melodicamente ai gusti del grande pubblico (e questo, secondo me, è più di quanto siano riusciti a fare celebri compositori come Stockhausen o Cage).

Il disco è consigliato più che altro agli amanti della musica colta d'avanguardia (in particolare dell'espressionismo viennese) ma può essere apprezzato da chiunque abbia una vasta cultura musicale (anche se estranea al genere in questione).

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