Quando si esaltano, in televisione e nei giornali, registi come Muccino e i suoi films come l'espressione migliore dell'attuale cinema italiano è lampante come quest'ultimo sia arrivato non alla frutta, ma al caffè e al limoncello. Se c'è una cosa che mi manda in bestia è sentire sproloquiare in tv su una profondità di contenuti a parer mio, inesistenti. Perchè il tanto celebrato "L'ultimo Bacio" è una delle bufale più sopravvalutate della storia e con esso, il suo autore.
La pellicola scorre davanti ai miei occhi come qualcosa di terribilmente fritto e rifritto, i luoghi comuni su questa generazione di trentenni annoiati, nostalgici, depressi e con le ali tarpate a causa di mogli, figli, fidanzate e situazioni comunissime per chiunque, si sprecano. Superfluo dire che la recitazione è a livello di guardia, persino la Sandrelli è sottotono; unica eccezione, la bellissima e bravissima Giovanna Mezzogiorno sempre all'altezza della situazione e due spanne sopra il resto del cast; e comunque ha superato brillantemente ben altre prove. La sceneggiatura è ai limiti del ridicolo, banalità a iosa e la noia, la noia, la noia mi assale inesorabilmente. Non una trovata originale, non un'innovazione stilistica degna di questo nome, insomma, un fumettone isterico, infarcito di buonismo esasperante, di situazioni scontate, prevedibili, ben poco morbose e intriganti. E poi il finale, Dio mio il finale! Ma che siamo, a Hollywood che il finale politically correct è obbligatorio? Potevi riscattarti col finale Muccino, magari il protagonista maschile (Stefano Accorsi) poteva finire solo e soletto abbandonato da tutte e due le donne, oppure innamorarsi follemente di una terza donna, o che so, scappare con l'amico rasta verso nuovi lidi più avventurosi e appaganti.
Per concludere, posso dire che questo film è destinato non ai trentenni di cui ha la pretesa di raccontare gioie, dolori, aspirazioni, speranze, illusioni e delusioni ma ad adolescenti con gli ormoni in subbuglio e di bocca buona, senza pretese e un pò borghesucci. Dolente di innervosire o deludere chi mi leggerà e chi ha amato quest'opera, per carità, sicuramente non ignobile, ma trascurabile e persino il brano omonimo della colonna sonora non è certo il miglior lavoro di Carmen Consoli, che ci onora della sua presenza nel film con un cameo. Il cinema impegnato e innovativo, di cui andare fieri, dovrebbe essere un'altra cosa. Accontentiamoci però lo stesso, facciamo buon viso a cattivo gioco, tanto tra i vari neri Parenti e Vanzina campioni di incassi, registi semi-dipendenti con le idee confuse e pseudo-minimalisti e altre brutture, peggio di così non potrebbe andare e anche Muccino può servire a passare 2 orette spensierate e senza particolari emozioni.
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