A tre anni di distanza dal secondo capitolo di Land of the free, tornano i Gamma Ray con questo "To The Metal", decimo studio album, pubblicato il 29 gennaio del 2010. Consapevoli della loro grande popolarità così in Europa come nel mondo, l'ultima opera della band teutonica non presenta nessuna evoluzione stilistica, ma si regge su coordinate più propriamente power metal, riprendendo in parte lo stile dei primi tre album. Nonostante questo , la classe e la grande capacità di trascinare l'ascoltatore è rimasta invariata da ormai vent'anni a questa parte. Quello che si nota maggiormente all'ascolto dell'album è la propensione live del disco, decisamente costruito per fare presa sul pubblico nelle esibizioni dal vivo.

L'iniziale "Rise" è l'emblema del ritorno alle origini della band. Mancano brani come "Rebellion In Dreamland", "Armageddon" o "Insurrection" dalla lunga durata ma che con la loro atmosfera donavano un qualcosa in più all'opera. L'opener non è certo una brutta song ma la doppia cassa, le chitarre e il solito chorus non entusiasmano per originalità. Sulle stesse coordinate si muove "Deadlands", pallottola di power sparata a tutta velocità. "Mother Angel" porta invece un po' di luce grazie alla sua attitudine hard rock.

Al di là dei giudizi sulla poca originalità, le song sono comunque di buona fattura. Una band che da venti anni continua a calcare i palchi di mezzo mondo non dimentica come si fa musica. Però, l'atmosfera di già sentito, pesa molto sul giudizio, nonostante i buoni episodi. "Chasing Shadows", con il suo andamento prog spiazza per potenza e aggressività, così come la velocissima "Shine Forever" in cui Kai Hansen fa il verso a Rob Halford, tirando fuori un cantato graffiante che si sposa a meraviglia con l'atmosfera battagliera del pezzo.

La titletrack, dal canto suo, delude. Il testo (che sembra scritto dai Manowar) e l'andamento ripetitivo finiscono per stancare l'ascoltatore. Non manca poi la ballad "No Need To Cry", in cui trova una parte da vocal anche il bassista Dirk Schlachter.

I teutonici deludono chi si aspettava un qualsiasi tipo di evoluzione musicale. Soddisfano invece che voleva soltanto un sano disco di power metal, grazie a canzoni veloci e orecchiabili, infarcite di chorus da cantare a squarciagola. Per una band del genere che ha trovato la formula giusta è anche comprensibile la scelta di non cambiare, continuando sui binari che tanta popolarità gli hanno dato. La solita solfa di power metal (sia pure di gran classe si intende) finirà però con lo stancare anche il fan più incallito...

  1. "Rise" (5:05)
  2. "Deadlands" (4:24)
  3. "Mother Angel" (5:20)
  4. "No Need To Cry" (5:56)
  5. "Empathy" (5:04)
  6. "To The Metal" (5:29)
  7. "All You Need To Know" (4:00)
  8. "Time To Live" (4:48)
  9. "Shine Forever" (3:53)
  10. "Chasing Shadows" (4:22)
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