Questo album, risalente all'ormai lontano 1983, è la naturale prosecuzione alla definitiva svolta pop del precedente lavoro, ma rispetto al deludente "Abacab" ha il pregio di presentare un paio di gioiellini.
i riferisco soprattutto all'apertura del disco, affidata a "Mama", vera pietra miliare della musica anni '80. Basata su una ossessiva base di drum machine, la canzone ci avvolge con atmosfere sinistre e inquietanti create dalle tastiere di Banks, in un crescendo che raggiunge l'apice con il violento ingresso della batteria. Ma a colpire è soprattutto la strepitosa prova vocale di Collins (ghigno satanico incluso), insolitamente rabbiosa e lancinante. A questo proposito sfido i numerosi detrattori di Phil a trovare un altro cantante (Gabriel compreso) in grado di interpretare validamente questo brano... negli anni sono state pubblicate alcune cover dal risultato ridicolo! Un altro aspetto originale del brano è il testo (da alcuni erroneamente collegato all'aborto), che racconta della relazione tormentata di un giovane con una prostituta. A conti fatti "Mama" è la dimostrazione che i Genesis possono creare musica altamente emozionante anche senza ricorrere a composizioni complesse o a tecnicismi.
Tesi confermata anche dall'accoppiata "Home By The Sea/Second Home By the Sea", in pratica un unico brano incentrato liricamente su di una vecchia casa in riva al mare infestata da entità malefiche. La prima parte è caratterizzata dal basso squadrato di Rutherford e dalla voce aspra di Collins; dopo una pausa di atmosfera parte un lungo strumentale supportato da una base ritmica semplice ma di grande efficacia (parola di batterista). Stavolta a farla da padrone è Tony Banks, protagonista con interessanti passaggi di sintetizzatore. Inutile cercare legami con il passato, il sound è decisamente anni '80 (tipica la batteria sintetica Simmons), ma il risultato è ugualmente gradevole. Da notare che "Home By The Sea" risulterà arricchita, specie a livello ritmico, nelle successive versioni live. A completare la prima facciata troviamo "That's All", un brano commerciale ma ben eseguito, che ottenne buon successo radiofonico. Musicalmente suona piuttosto scanzonato, a metà strada fra i Beatles e il country.
Purtroppo va detto che la seconda facciata dell'album è dimenticabile, essendo composta da modeste canzoncine pop: brani in alcuni casi orecchiabili (come "Taking It All Too Hard" e "Silver Rainbow"), in altri desolanti ("Illegal Alien") o insipidi ("It's Gonna Get Better") ...brani che comunque, in altri momenti, sarebbero al massimo stati pubblicati come b-sides!
L'impressione è che i tre musicisti, una volta estratte dal cilindro le due ottime idee iniziali, si siano limitati a completare frettolosamente il lavoro, forse perché ormai troppo impegnati con le rispettive carriere solistiche. Infatti da "Genesis" non furono pubblicate outtakes, se si eslude il frammento "A Call To Arms". Peccato, se si fosse mantenuto il livello di "Mama" e "Home By The Sea" poteva essere un'ottima occasione di riscatto.
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