"Sono solo uno che ogni tanto scrive una canzone"

Circa un mese fa ho visto un concerto di Gianmaria Testa a Stintino, un piccolo paese di pescatori nel Nord Ovest della Sardegna. Dopo il concerto ho avuto l'occasione di scambiare due parole con lui e gli ho chiesto se era possibile fargli una breve intervista via e-mail. Sì, era possibile. Ecco, quindi, l'intervista, che per quanto breve riesce a mettere in luce la personalità di Gianmaria.

1. Ciao Gianmaria, dove ti trovi in questo momento e su cosa sei impegnato attualmente?
Sono a casa. Sulle colline è arrivato il velo di Ottobre ma anche i colori della vendemmia. Dicono che quest'anno sarà una buona annata... Comincio oggi le prove di "Chisciotte e gli invincibili" un progetto di Erri de Luca con Gabriele Mirabassi e Erri de Luca stesso. Come ad ogni inizio prove sono curioso e un po' inquieto. Speriamo di rendere un buon servizio al testo di Erri che è molto interessante.

2. Nei tuoi dischi, nei tuoi concerti collabori con moltissimi musicisti jazz. Com’è il tuo rapporto con questo genere musicale?
Il mio rapporto con il jazz è un rapporto da ascoltatore neanche troppo erudito, ma ho sempre pensato il jazz come una delle grandi rivoluzioni del ventesimo secolo. In Italia abbiamo la fortuna di avere una quantità di eccellenti musicisti jazz che si sono resi disponibili a percorrere strade musicali fino a non molto tempo fa considerate parallele. E naturalmente vi hanno portato la loro grande libertà espressiva e il loro talento. Per me è stata ed è una occasione per imparare, oltre che una fortuna.

3. Quando hai capito che saresti diventato un cantautore? Non mi sono mai veramente pensato cantautore. Sono uno che ogni tanto scrive una canzone perchè ha qualcosa da dire e questo qualcosa non riesce ad esprimersi in nessun altro modo.

4. Quali sono state le tue principali influenze?
È molto difficile sintetizzare una vita di cose ascoltate, lette o vissute. Posso dire che la prima grande emozione musicale che ricordo risale a quando a sei o sette anni sono stato ammesso nella cantoria della parrocchia a cantare l'Ave Verum di Mozart. In quell'occasione mi sono reso conto in modo completamente infantile e inconsapevole della forza della musica e del canto soprattutto. Da quel momento in poi la lista sarebbe lunga e, credo, inutile; nè saprei spiegare perchè, a un certo punto, ho sentito il bisogno di utilizzare la canzone come strumento di comunicazione.

5. Nel tuo essere musicista non ci sono solo dischi e concerti, ma anche progetti complessi come il divertentissimo spettacolo “Guarda che Luna” con la Banda Osiris, Enrico Rava, Stefano Bollani, Enzo Pietropaoli e l’omaggio a Leo Ferrè con Paolo Fresu e l’ E.S.P. Trio, lo spettacolo Rossiintesta con Paolo Rossi, il sodalizio artistico con il chitarrista/poeta Pier Maria Giovannone, del quale spesso leggi le poesie ai tuoi concerti. Dove e come nascono queste collaborazioni?
Le collaborazioni nascono come gli incontri. Qualche volta si viene chiamati a partecipare ad un progetto (Guarda che luna!, Omaggio a Leo Ferrè,) perchè ritenuti adatti alla bisogna, in altri casi è l'incontro personale che fa scaturire la voglia di inventarsi qualcosa insieme (Rossintesta, Chisciotte e gli invincibili, Pier Mario Giovannone). Come si sa non sempre è facile sommare delle individualità e non sempre la somma dà il risultato sperato. Per questa ragione considero il legame umano che si crea fra i vari protagonisti di un progetto una delle condizioni fondamentali per la prosecuzione del lavoro. E in questo legame sta anche tutto il piacere e la voglia di collaborare.

6. Per chiudere questa breve intervista, vuoi dirci il titolo di un disco che ami in modo particolare e perché?
Un solo disco è difficile da scegliere. Normalmente nell'isola deserta o fra le cose da salvare dal diluvio ne sono ammessi almeno una decina... dico comunque "Por una cancion" di Paco Ibanez. Paco Ibanez è un cantore catalano e basco vissuto a lungo in Francia durante il franchismo. Tutta la sua opera consiste nell'aver musicato alcune fra le più belle poesie di autori come Garcia Lorca, Antonio Machado, Josè Augustin Goitisolo. I suoi dischi (e questo in particolare) hanno la complessa semplicità delle cose belle. Una volta gli ho chiesto se non fosse finalmente venuto per lui il momento di scrivere un testo originale. Mi ha risposto: con tutto quel che di buono è stato scritto dai poeti mi sembra veramente inutile aggiungere qualcosa...

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