Bari, primi duemila. Guido è un avvocato che si trova ad un punto morto della sua vita: si trascina da un caso all'altro, da una relazione all'altra, incontrando amici che non ricorda di conoscere e di cui non gli potrebbe importare di meno e pensando continuamente alla ex moglie Sara. Fino a quando gli viene offerto un caso che sembra già perso in partenza: Guido dovrà difendere un giovane senegalese accusato dell'omicidio di un bambino di otto anni e tutte le prove sembrano andare contro di lui. Forse per la fiducia ripostagli, forse perché si rende conto di non poter affondare più di così, Guido combatterà per questa causa impossibile e si affezionerà al caso, sbilanciandosi e rischiando sempre di più.

Un legal thriller scarno dallo stile inconfondibilmente noir, che però si svolge in un tempo in un luogo anacronistico rispetto a questa tipologia di romanzo. Guido sembra stanco della vita, non si risparmierà sarcasmi riflessioni, passando continuamente dal presente al passato e non si aprirà mai completamente al lettore. Le descrizioni dei personaggi secondari sono essenziali e ferrate, non danno dettagli o particolari inutili alla trama, ma aiutano a focalizzarsi nelle loro brevi apparizioni.

Le uniche pecche (so già che mi darete del pignolo, ma se non trovo qualche difetto in un romanzo non dormo la notte) sono il finale un po' scontato, che avrei preferito un po' più razionale a questo caso impossibile, e il discorso finale abbastanza prolisso.

Ciononostante lo stile omogeneo è una realtà urbana raccontata senza fronzoli lo rendono un ottimo romanzo per gli appassionati del noir, me compreso.

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