Come ho avuto modo di scrivere su anobii questo è un libro indimenticabile se letto tra i 16 e i 25 anni. Particolarmente godibile per chi vive o ha vissuto a Milano, ha la gran qualità di farsi leggere molto velocemente grazie ad uno stile serrato e puntuale. Alcune scene sono eccessivamente romanzate e in genere quasi tutto è eccessivo, rumoroso e strabordante, ma è proprio questa costante a-normalità a rendere il romanzo di Armuzzi godibilissimo e divertentissimo.

Sono tanti i passaggi in cui ci si ammazza dal ridere, mentre in altri si colgono piccole grandi verità che, una volta capite, lasciano il segno. Una fotografia volutamente esagerata e distorta della Milano da bere e degli anni '80 (che in fondo sono un po' la stessa cosa), con tutti i loro pregi, difetti, vizi e virtù amplificati a dismisura dalle parole di Armuzzi. Un libro volutamente giovanilista, un romanzo di (de)formazione che probabilmente è servito all'autore per tirare le somme sul suo Tempo Perduto, trasfigurandolo e deformandolo sotto una lente dai colori fortemente lisergici.

La trama è presto detta: Marino Guzzi, giovane bocconiano doc, conosce l'Alex e con lui inizia la caduta in un mondo fatto di droga, alcool, puttane e fancazzismo (direi che era quasi scontato, visto il maestro citato nel titolo). Un discesa agli inferi infarcita di momenti indimenticabili come quello della festa in casa di Marino, o della sua visita militare, o quello del Range Rover incendiato, per non parlare del concerto degli "animali nudi"... ma del resto ha poco senso citare una pagina piuttosto che un'altra, si rischia soltanto di fare un inutile elenco difficilmente comprensibile per chi non ha avuto modo di leggere il libro.

Eccezionali infine le tante citazioni (soprattutto musicali) che caratterizzano le disavventure di Marino e che rendono il libro ancora più gustoso. Putroppo, nonostante una recente riedizione, "Sognavo di essere Bukowski" è passato quasi inosservato in libreria, consacrandosi però a livello di cult assoluto per chi è nato a metà dei '70: credo che l'autore non potesse chiedere di meglio.
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