Più che di psicologia alla massa si dovrebbe parlare di “postulazione pragmatica” dei più o meno impraticabili e misconosciuti pensieri degli studi cognitivi freudiani e orientali. A una crescente e divagante saturazione depressiva che pervade l’animus voluttuoso e già precocemente pasciuto dell’uomo occidentale, si fa largo, fra la moltitudine intellettualoide, una serie di semplici saggi del professore genovese che cercano, se non di risolvere le problematiche, almeno coadiuvare la presa di forza, la reazione dell’umano, che tenta metodi sempre più meri e futili(droghe, antidepressivi) per sfuggire alla precarietà delle circostanze del quotidiano.

Fra questi, "Alla ricerca delle Coccole perdute". Una riflessione sul Crescere.

Siamo davvero indipendenti? Abbiamo la resilienza di affrontare da soli gli scrupoli che ci pervadono? La nostra felicità dipende da noi stessi. Dobbiamo diventare tutti Robinson Crusoe, fare della “circoscrizione” la nostra sudditanza, e non noi di essa, sentir scemare in noi stessi tutti i se e tutti i ma. Solo allora non avremo paura. Allora saremmo “grandi”.

In una società del 21° secolo dove si è cullati, viziati e sedotti già in fasce dagli animi fragili e servili delle coppiette del nuovo millennio, tutto ciò è molto difficile. Arriva il giorno in cui il pupo di 1 metro e 80 deve crearsi da solo gli allori di cui si è tanto saziato, ma quel che è peggio distribuirli. L’assorbire il punto di rottura verso l’autosufficienza è facoltà attribuibile a pochi nella civitas filo-consumistica e l’opera suddetta fà le veci di chi si appresta o programma il proprio “salto generazionale”.

Nel libro vi ritroverete subito, i vostri demoni (tra le varie personalità trattate) emergeranno in un batter d’occhio…sperate solo siano demoni benefici, sennò c’è solo il rimboccarsi le maniche per raggiungere i requisiti di una realizzazione e un amore per voi stessi e per chi sfornerete dalle palle o dal pancino un giorno…

Giacobbe sa colpire nel segno; è un furbetto. Una scaltrezza vivida e palese che si manifesta così intelligentemente nella persuasione dei mantra in grassetto quanto in una a prima vista “patetica” autocitazione e un circumnavigare continuamente i concetti (ma non è questa forse la maniera più antica e funzionale per memorizzare meglio le vedute e le convinzioni?). Tralasciando quello che i puristi considererebbero un linguaggio fin troppo colloquiale e schematico per un trattato sull’evoluzione psichica, il rapporto contrattuale dallo scrittore al lettore modello -che è una bella fetta di Italia- riesce ad essere sempre madido di una pacatezza e un esplicità che tanto dissetano e allietano il misero adolescente preuniversitario , non più così confuso dalle ormai bieche soggiogazioni dei media, quanto destano interesse nella casalinga annoiata in cerca di consigli su come allevare la mandria dispettosa e puzzolente.

Il saggio giacobbiano rimane, in ogni caso, da apripista verso letture più approfondite e una psicologia più “di nicchia” e congruente alle vostre personali esigenze (qui il ventaglio si allarga a dismisura).

Quella che è la funzione di un libro, se gli manca la storiella, è l’istaurare idee, almeno nel conscio, per poi col tempo assimilarle e instaurarle nel nostro Io, e in questo Alla Ricerca Delle Coccole Perdute funge alla perfezione. Consigliato a tutti.

Carico i commenti...  con calma