Mi spiace deBaser, ma questo è un disco metal (!!!).

Ma, per tua fortuna, mio buon deBaser - che anche io ovviamente ti amo e non sarei mai crudele con te - questo non è metal qualunque.

Questi Gojira sono francesi, giovani (credo), e decisi. Decisi a fare quello che fanno, decisamente. E quello che fanno è evolvere ciò che è stato il death metal in una direzione però opposta a quella che ormai è diventata quella comune: mi riferisco all'estremizzazione che ha poi portato al brutal death, i Nile ecc. ecc. tutta quella roba insomma.
Comunque dicevo, no, i Gojira prendono un'altra strada: il death metal lo appesantiscono e lo lacerano distendendo le strutture iper-riffate e massiccie, attraverso un muro di suono che viaggia su livelli alti e bassi, melodici e armonici in alcune occasioni, claustrofobici e rabbiosi in altri frangenti.

È un'attitudine sludge che permea l'intera bellezza di un lavoro davvero di valore. Questi Gojira sono cari a tematiche spaziali-fantascientifiche, spirituali e specialmente ambientaliste (?), come già i nostri avevano avuto modo di dire con i precedenti "Terra Incognita" e "The Link" (che io non ho ascoltato, ma conoscendo la band comunque vi consiglio). Qui si parla di viaggi per la salvezza, la ricerca di paradisi perduti, il mistero della creazione, insomma questo è metallo pensante.

Vedi deBaser che ti amo? Questo cd, in una parola, è bello. È forte, grosso, rabbioso, melodico, accellera, rallenta, si sofferma, avanza, progredisce realizzando, ripeto giusto perchè è una frase che fa effetto, qualcosa di bello.

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