Anno 1999, United States Of America, ancora una volta Mr. Malone ci regala un disco commovente, questo "Gordian Knot", album omonimo della miglior jazz metal band di sempre, capace di trasmettere delle intensissime emozioni all'ascoltatore grazie alla sua delicatezza ed alla sua estrema particolarità. Giocato come al solito su delle fantastiche linee di basso, il disco si presenta molto più jazz ed originale rispetto al suo successore, a causa del massiccio utilizzo di chitarre acustiche che ottimamente si uniscono alle elettriche, andando così a formare degli intrecci musicali raffinatissimi e decisamente gustosi. Accompagnato alla batteria dall'immancabile Sean Reinert (batterista nei progetti Cynic ed Aghora), Malone si circonda di musicisti di prima qualità, tra i quali Trey Gunn e Glenn Snelwar alle chitarre e allo stick, ma solo per pochi istanti, il buon Jhon Myung.
La tracklist è composta da 9 canzoni più una splendida "bonus track", che entreranno nel vostro cuore e molto difficilmente ne usciranno, ma andiamo ad analizzare uno per uno i 10 capolavori qui presenti: si parte con "Galois", song che si apre in maniera decisamente atipica con una tastiera molto particolare che è accompagnata da un'atmosfera quasi tetra. I 2 minuti e 3 secondi, vanno a fare da intro alla prima vera canzone del disco, sto parlando di "Code-Anticode", track dai toni molti leggeri ed allegri che si muove tra eccellenti linee di basso ed un' ottima melodia chitarristica, la sessione batteristica è sviluppata per lo più su un pregevole utilizzo dei piatti e la tastiera tesse melodie fantastiche. La canzone risulta essere molto complessa ed articolata, ricca di cambi di tempo ed assoli, eseguiti perfettamente dal duo chitarra-basso. 6 minuti e 47 di dolcezza e divertimento che non possono non essere definiti unici. Si passa così a "Reflection", una canzone che nella prima metà è ancorata al glorioso passato metal di Malone e nella seconda parte, si riallaccia alle sonorità intraprese nel precedente episodio, presentandosi come traccia particolare e diversa, un concentrato di tecnica che tra cambi d'atmosfera ed parti di chitarra classica si lascia ascoltare con particolare entusiasmo: ottima song dunque che ancora una volta sono sicuro riuscirà ad affascinarvi. Eccellente risulta essere la cortissima "Megrez", che grazie alla sua particolarissima musicalità, scorre via lasciandoci a bocca aperta e mostrandoci l'evoluzione musicale introdotta dalla premiata ditta Malone Reinert. Grande strumentale d'effetto che ci conduce a "Singularity", pezzo che si divide tra riff molto serrati, assoli dal grande fascino, parti ritmiche stupefacenti e keybords veramente fantastiche: ricca ancora una volta di numerosissimi cambi di tempo, la struttura della track risulta essere elaborata e complessa senza però esagerare. "Redemption's Way", sesta traccia dell'album, è sicuramente il più atipico tra i pezzi qui presenti, presentandosi come song giocata su percussioni e stick. Song decisamente triste e delicata, sono sicuro che vi ipnotizzerà, grazie anche al perfetto apporto che donano la chitarra e le keybords. "Komm Susser Tod, Komm Sel'ge", questo è il titolo del settimo episodio del disco: la song si presenta ancora una volta triste, questa volta quasi autunnale... una gemma di rara bellezza che brilla di luce propria. Gli aggettivi per descriverla non esistono, la carica emotiva che sprigiona è enorme, troppo per essere descritta a parole. Si arriva così a "Rivers Dancing", 7 minuti e 36 secondi di pura musica, che tra atmosfere metalliche e altre dal forte sapore jazz scorre via troppo troppo velocemente. Le alternanze stilistiche riscontrabili nella song, mettono in risalto l'elevatissimo livello tecnico, specie per quanto riguarda le linee di basso, eccellente track dunque che vi lascierà letteralmente di stucco. "Srikara Tal" è l'unica canzone che non mi ha dato nulla, (facendosi lodare solo per l'immenso impatto tecnico), molto probabilmente perchè si trova prima del vero e proprio capolavoro dell'album: "Grace", non esiste nulla di più vicino alla perfezione musicale, dolce, leggera, particolarmente sentita, uno strumentale commovente, triste. Il livello tecnico (comunque eccezionalmente elevato, forse anche troppo) passa in secondo piano, facendo così risaltare maggiormente l'aspetto melodico; la song è disarmante risultando troppo, troppo bella.
Siamo arrivati così, con molta tristezza, alla fine di questo splendido lavoro, che spero apprezzerete come me. Buon ascolto a tutti.
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