"Ah! I Guided per me sono Pollard, i Guided per me sono una One-man band’’ (NickGhostDrake)

Si dice in giro che al mattino Robert Pollard afferri la sua chitarra e, caffè alla mano, componga tutta una serie di canzoni/brani così come gli vengono in mente.
Leggenda? Chi può dirlo. Fatto sta che Bob iniziò come maestro di scuola elementare, a Dayton, Ohio. Una professione modesta, che gli garantiva uno stipendio e tanto tempo libero da dedicare alla sua passione, la musica.
Un matrimonio alle spalle, anni e anni di Genesis, Bowie e Yes, Pollard si avviò a dare una svolta nel 1986; nacquero allora i Guided By Voices, una creatura tutta sua.
"Scrivo i testi su un quaderno e la musica la registro. Un normale registratore, nulla di che. In teoria faccio le cose molto semplicemente… Anche se sto migliorando, nella memoria: prima se non registravo perdevo tutto, ora no, mi concentro e tento di ricordare’’
E torniamo al discorso di prima. C’è chi dice che Bob abbia scritto 5000 canzoni, chi dice che abbia registrato 1000 titoli, chi non dice, fatto sta che Pollard rimane uno dei cantautori più prolifici, attualmente.
"Bee Thousand" è un buon punto di partenza, dice stesso lui. Anche se ogni disco è diverso, sia per l’artista che per il suo pubblico. Questo, uscito nel 1994 per la Matador, contiene ballate beatlesiane, citazioni rem-miane (Pollard ricorda Stipe, a momenti), e pezzi assolutamente ispirati (I’m A Scientist, su tutti).
Il punto di forza dei Guided è proprio il loro difetto; l’incoerenza. Ovvero iniziare intuizioni melodiche senza svilupparle, lasciarle così, a mezz’aria, quasi per spiazzare l’ascoltatore.
"Bee Thousand" dura una mezz’ora, o poco più, il tempo di realizzare di cosa siano capaci Pollard e soci, e poi si chiude così come inizia, bruscamente; come un assaggio di indie pop di qualità, un album che si fa ascoltare, che personalmente mi rilassa.

Un bell’ascolto per noi poveri indie-rockers (o almeno, per chi gioca a farlo).

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