E alla fine qualcuno li ha pescati dalla maledetta, anonima ombra jesina (che già s'è mangiata i Vel...) per dargli la luce che giustamente si meritano, mille grazie quindi alla tarantina Psychotica dei Logan.
Un totale di 25 minuti suddivisi in sette, affilatissime schegge d'adrenalina e nevrosi pura, una chirurgica autopsia del blues destrutturato all'inverosimile, sì, lo so, è scontato, ma quel faccione di trota di Beefheart e la sua Magic Band hanno fatto scuola, e ancora rock, Rrrock, quello più sinistro e defilato che ci sia, rumore, tanto, tanto rumore, fraseggi su stampelle di burro frastagliati che neanche le coste della Norvegia, ma i Chance & soci quelli sì... Un pochetto sì; assoli lisergici e whiskeggianti che assoli non sono, sprazzi quasi mathematici alla Shellac, prontamente ricoperti da coltri di fango a tonnellate appena si hanno i primi accenni di freddo, e già che ci siamo buttiamo in pista pure i nostri One Dimensional Man e i Blues Explosion, checchè se ne dica, i nostri porcellini in fondo li conoscono.

Ohi, sia chiaro, tutto un discorso di echi e accostamenti, qui non si parla di fotocopie, stampi occhenesò, non ce n'è bisogno, scherziamo? qui di talento ce n'è a valanghe, di fantasia idem e di insanità mentale di quella genuina e non fine a sé stessa non ne parliamo nemmeno...
Insomma, di Drugstore Cowboy già mi ero innamorato tempo fa (amore a primo orecchio), e ora a fargli compagnia, per la gioia del mio affamato apparato uditivo, ecco che sbucano fuori Die!, Mud, Grog e le altre sorelline... che bella famigliola graziosa... e che altro dire?!
Alta classe quella dei Guinea Pig.

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