Pregevole questo nuovo volume, curiosamente intitolato Pipistrelli (Fledermäuse – 1916), dedicato da Tre Editori allo scrittore austriaco Gustav Meyrink (1868-1932), una figura a suo modo leggendaria, sorta di iniziato che, attraverso la letteratura, ha cercato di veicolare gli insegnamenti di antiche dottrine esoteriche. Il titolo è probabilmente un omaggio a un amico di Meyrink proprietario di un locale chiamato appunto “Fledermaus” ma anche a un’operetta di Johann Strauss del 1874 molto popolare all’epoca. La cura e la traduzione del volume è di Anna M. Baiocco che, con competenza e passione, ci illustra nell’introduzione il simbolismo del pipistrello nella cultura cinese (diverso da quello europeo simbolizzato dal Dracula di Bram Stoker) dove questi animali sono visti come “messaggeri della vita eterna”. Addirittura “se accoppiato alla svastika il piccolo mammifero volante assume tradizionalmente per i Cinesi il significato di “infinite benedizioni”. E proprio Meyrink scelse il simbolo della croce uncinata per la prima edizione di questo volume in un periodo però precedente all’uso che ne avrebbe fatto in seguito il regime nazista a partire dal 1920. Anzi lo scrittore fu anche oggetto di aspre critiche da parte della critica ufficiale che ne stigmatizzava “l’atteggiamento beffardo nei confronti dell’ordine borghese”. Quando poi iniziarono i roghi nazisti contro i libri invisi al regime nazista anche quelli di Meyrink vennero bruciati nonostante Hitler fosse un ammiratore de Il Golem.

Pipistrelli racchiude, per la prima volta in Italia, 7 racconti finora in gran parte inediti in Italia eccetto 3 che uscirono all’interno de Il cardinale Napello, antologia pubblicata dalla prestigiosa collana Biblioteca di Babele di Franco Maria Ricci a cura del grande autore argentino Jorge Luis Borges. Oggi il libro è diventato un oggetto da collezione. I racconti di Pipistrelli risalgono allo stesso periodo de Il Golem e Il volto verde, 2 dei suoi più significativi romanzi. Sono storie in cui troviamo le concezioni esoteriche basate sulla tematica del “risveglio dall stato di sonno che è la vita”. Il racconto iniziale Meister Leonhard è in parte autobiografico e rivela il suo odio per la madre (ritratta come un pipistrello) ed è anche un omaggio al mistico tedesco Meister Eckhart. La vicenda narra la ricerca, da parte del protagonista Meister Leonhard del Divino. Una delle storie più significative qui presenti è poi, a mio avviso, La visita di Johann Hermann Obereit nel Paese delle Succhiatempo. Si tratta di una vicenda in cui, in una dimensione onirica parallela, i nostri doppi si trasformano in una sorta di vampiri che ingrassano e gozzovigliano. La salvezza sarà quella di riuscire a rimuoverli dalla propria anima per cercare l’immortalità. Il simbolismo di questo racconto non mancherà di interessare anche Carl Gustav Jung. Il gioco dei grilli è un’interpretazione occulta delle ragioni che hanno scatenato la prima guerra mondiale e ci parla dell’oscura setta dei Dugpa del Tibet. Gli stregoni Dugpa portano la Distruzione del conflitto posando dei grilli (simbolo degli esseri umani) su una cartina raffigurante l’Europa e facendoli annientare fra di loro. Il cardinale Napello è invece una storia inquietante e angosciosa che ha qualcosa di Poe (anche se manca in quest’ultimo la dimensione esoterica di Meyrink) mentre I quattro fratelli della luna usa le immagini cupe dell’Apocalisse di San Giovanni per simbolizzare ancora una volta il destino tragico dell’uomo, volto all’autodistruzione come stava avvenendo in quel periodo con la prima guerra mondiale, sentita come l’inizio di un’epoca di oscurantismo dell’uomo da parte dello scrittore.

Il volume è poi completato da altri racconti (molti dei quali inediti in Italia) scritti fra il 1926 e il 1932. Protagonista (anche se non sempre menzionata) di queste storie è la città di Praga. L’orologiaio è indubbiamente uno dei più significativi: viene descritto un antico e bizzarro orologio che si ferma lasciando il suo possessore terrorizzato in quanto considerava l’oggetto come il simbolo del suo cuore. Si rivolge così a una sorta di medico degli orologi mentre piano piano l’ambientazione sfuma in una dimensione al di fuori dal tempo di grande suggestione onirica. Anche La porta sulla Fenice, che chiude questa antologia, è molto importante in quanto si tratta delll’ultimo racconto di Gustav Meyrink (scritto nel 1932 anno della sua morte) e rappresenta una sorta di suo testamento spirituale. In pratica l’autore fa una vera e propria esperienza al di fuori del proprio corpo non comprendendo di essere già morto fino a quando scorge il suo cadavere.

In conclusione Pipistrelli è una raccolta preziosa che ci aiuta ad approfondire l’universo magico di Gustav Meyrink. Il volume è inoltre arricchito da illustrazioni e da una cronologia della vita e delle opere dell’autore.





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