Khruner si sedette di fronte a me in una sera fredda d'inverno, nevicava.

Prese a cantare una canzone straziante come di morte lontana, mi spiegò poi che quello era il canto di morte dei Kol, ma questo me lo disse molto dopo.

Dopo il canto l'aria rimase come immobile, il fumo delle sigarette rimase sospesa fra il pavimento e il soffitto, lui si alzò e lentamente fece il giro del tavolo, mi si avvicinò per presentarsi, io restai fermo e disorientato chi era quest'uomo apparso all'improvviso in casa mia? Volsi lo sguardo alla finestra fuori solo un silenzio assordante, nevicava ancora, un cane randagio cercava un po' di calore raggomitolandosi in un cantone, Khruner allungò la mano: "Mi chiamavo Juan, Jaun Salvo.... o Galvez? Non ricordo più è un'eternità che vago nello spazio/tempo per ritrovare la mia famiglia.....".

Mi presentai anch'io, Khruner si risedette e cominciò il suo racconto incredibile.

Loro avevano conquistato il mondo, Loro dopo una nevicata incredibile avevano occupato tutti i posti di potere, Loro si facevano aiutare da Skull, Koll, e Gurbos, Loro condizionano la mente con macchinari impossibili fino a rendere ogni specie senziente loro schiava e nulla vale cercare di resistere, Loro ammassano le persone negli stadi e cercano di condizionarli artificialmente.

Io restavo ad ascoltare a bocca aperta le domande le tenevo tutte dentro di me: " Dove? Quando? Chi?"

L'epopea di Khruner si sviluppa in racconti di ordinaria resistenza e lotta fino a quando si ritrova imbrigliato in un universo parallelo, in una sorta di continuum fatto di mondi paralleli, sempre alla ricerca disperata e inutile della propria famiglia.

Poi così come era apparso Khruner svanì, fuori nevica o forse è solo immaginazione, guardo la sedia ora vuota. Khruner non è più, Khruner non c'è più o forse non c'è mai stato però io lo chiamerò per sempre Eternauta o vagabondo dello spazio/tempo.

Bussano alla porta forse ora son venuti a prendere me.

Buenos Aries  21.4.1977

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