Hildegard Knef me l'hanno presentata alcuni miei carissimi amici: Nina Hagen, Nena e i Rosenstolz, un motivo in più per amarli e ringraziarli. Tre artisti diversi, tre stili diversi, tutti pazzi per Hilde: come non esserlo dopotutto, questa artista è stata una vera icona, diva del cinema e cantante, fosse nata altrove il suo nome sarebbe noto in tutto il mondo, come quello di Judy Garland. Il suo timbro pastoso, secco e scandito, dall'inconfondibile aroma di sigaretta, è qualcosa di unico e indimenticabile così come i suoi occhi enormi, grigi e chiarissimi, la sua bellezza d'altri tempi. Hidegard Knef, classe 1925, ha vissuto sotto le luci dei riflettori per più di mezzo secolo, la sua filmografia è sconfinata, come cantante ha conosciuto il periodo di massima popolarità negli anni '60 e '70, e non solo come interprete: gran parte dei testi delle sue canzoni li ha scritti lei stessa, ci ha messo il suo stile, il suo vissuto (la parola "zigarette" ricorre un numero decisamente considerevole di volte). Non male per un'attrice prestata al canto, ma lei era uno di quei talenti eclettici figli di un'altra epoca, modellata da una vita vissuta intensamente, e che non è sempre stata solo rose rosse e luci della ribalta.

Le venti canzoni di questa raccolta non sono ovviamente rappresentative di tutta la sua carriera discografica, qui non la sentirete "aggredire" divinamente Jacques Brel e men che meno confrontarsi con i Rammstein a 74 anni suonati, appena un paio prima di lasciare questa terra, ma quello che troverete qui dentro è Storia, della musica e del costume, ed è oro purissimo. Da grande attrice qual era, Hildegard Knef le sue canzoni le recitava, scandiva perfettamente la metrica dei versi, esprimendo un'eleganza e un carisma tutto suo; basti pensare alla chanson che dà il titolo a questa raccolta, il suo più grande successo nonchè perfetto paradigma del suo stile, qui ottimamente reinterpretata in chiave Neue Welle insieme agli Extrabreit. Ascoltare (tutte d'un fiato, accorgendosi a malapena del tempo che passa) queste venti canzoni equivale ad immergersi completamente in un passato ormai sempre più remoto, e proprio per questo ancora più affascinante; l'ispirazione viene dai grandi maestri del musical, Cole Porter in primis, ma Hilde ci mette tantissimo del suo; il suo è uno spettacolo in grande stile, ma senza coreografie faraonche e platee sconfinate, no, la vedo meglio sul palco di un piccolo teatro berlinese, davanti a un pubblico ristretto ma fedelissimo. In un tripudio infinito di fiati, orchestrazioni, melodie ed interpretazioni memorabili, spiccano l'allegria orchestrale di "Es war beim Ball Parè" e "Eins und eins, das macht zwei", lo swing vissuto, agrodolce di "In Dieser Stadt", il fascino ammaliante di "Berlin, dein gesicht hat sommersprossen" e "Heimweh nach dem kurfuerstendamm", dediche sentite e lievemente malinconiche a Berlino, la sua città d'adozione. Con "Ich zieh mich an und langsam aus" si è in pieno mood cabaret, le doti recitative di Hilde si esaltano, mentre "Ich brauch Tapetenwechsel" è un sogno che vola su ali leggere, con una chitarra acustica e poco altro.

La mia preferita? "Ostseelied", sicuramente. Una passeggiata sulle spiagge del Baltico, il vento, l'aroma del sale, i gabbiani, lo sciabordìo delle onde, le dune di sabbia; semplicemente meraviglioso, da pelle d'oca. Nel frattempo le cose sono cambiate, la musica si è evoluta, com'è giusto che sia: sono arrivati lo screamo, il post-rock, il math-rock e lo shoegaze, per non parlare poi dei cori russi, la musica finto-rock, il free jazz punk inglese e anche la nera Africa, ma in fondo che me ne frega? Un bel niente, io ho Hildegard Knef, cosa me ne faccio di tutta sta roba? Come dite? Non ho apertura mentale? Me ne farò una ragione, io preferisco la passione, preferisco costruirmi una nicchia che sia solo mia, e un'artista così non posso che accoglierla a braccia aperte, fregandomene totalmente dell'anacronismo.

Danke schoen, Frau Hilde.

Elenco tracce testi e video

01   Für mich soll's rote Rosen regnen (03:11)

Mit 16, sagte ich still:
ich will,
will groß sein, will siegen,
will froh sein, nie lügen.
Mit 16, sagte ich still:
ich will,
will alles oder nichts.

Für mich soll`s rote Rosen regnen,
mir sollten sämtliche Wunder begegnen,
die Welt sollte sich umgestalten
und ihre Sorgen für sich behalten.

Und später, sagte ich noch:
Ich möcht verstehen,viel sehen, erfahren, bewahren.
Und später, sagte ich noch: Ich möcht
nicht allein sein und doch frei sein.

Für mich soll`s rote Rosen regnen,
mir sollten sämtliche Wunder begegnen,
das Glück sollte sich sanft verhalten,
es soll mein Schicksal mit Liebe verwalten.

Und heute, sage ich still:
Ich sollt
mich fügen, begnügnen,
ich kann mich nicht fügen,
kann mich nicht begnügnen:
will immer noch siegen.
will alles, oder nichts.

Für mich soll`s rote Rosen regnen,
mir sollten ganz neue Wunder begegnen,mich fern vom alten neu entfalten, von dem, was erwartet, das meiste halten.
Ich will, ich will

02   Berlin, dein Gesicht hat Sommersprossen (02:30)

03   Sei mal verliebt (02:29)

04   Eins und Eins, das macht Zwei (02:52)

05   Er hieß nicht Von Oertzen (03:08)

06   Ich brauch' kein Venedig (02:32)

07   Ich möchte am Montag mal Sonntag haben (02:08)

08   In dieser Stadt (03:05)

09   Die Herren dieser Welt (03:59)

10   Nichts haut mich um - aber Du (03:14)

11   Heimweh nach dem Kurfürstendamm (02:44)

12   Ich glaub', 'ne Dame werd' ich nie (02:35)

13   Macky-Messer (03:10)

14   Tapetenwechsel (02:28)

15   Ich zieh' mich an und langsam aus (03:16)

16   Love for Sale (03:24)

17   Es war beim Ball Paré (02:41)

18   Von nun an ging's bergab (02:25)

19   Ostseelied (02:22)

20   Aber schön war es doch (03:01)

Carico i commenti...  con calma