L’impatto e l’importanza di H.P. Lovecraft sulla letteratura dell’orrore non sono limitati ai suoi straordinari racconti ma si manifestano anche nei suoi profondi saggi e nel suo sterminato epistolario. Teoria dell’orrore. Tutti gli scritti critici, volume che raccoglie tutti i saggi scritti da H.P. Lovecraft sulla narrativa fantastica, è quindi di fondamentale importanza per approfondire il suo universo. Il libro, originariamente pubblicato nel 2001 da Castelvecchi, e'stato ristampato dalle Edizioni Bietti sempre a cura di Gianfranco De Turris. Questa edizione si avvale di un saggio introduttivo del competente e leggendario studioso americano “lovecraftiano” S.T. Joshi.

Le traduzioni, le note e l’apparato critico sono, come nella precedente edizione, dell’ottimo Claudio De Nardi, purtroppo scomparso mentre il volume era in fase di stampa e a cui è riservata una dedica nelle pagine iniziali. Di Claudio De Nardi va ricordato il bellissimo Vita privata di H.P.Lovecraft, splendido volume ora fuori catalogo apparso per Reverdito ma non difficile da reperire. Questa nuova edizione di Teoria dell’orrore è ampliata con una piccola selezione tratta dal corposo (è composto da più di 100.000 lettere) epistolario “lovecraftiano” e con una lista che comprende le migliori storie dell’orrore secondo Lovecraft.

Ovviamente molto importante è la riproposizione di “L’orrore sovrannaturale nella letteratura”, introdotto da un bell’intervento di Claudio De Nardi che ripercorre la travagliata storia editoriale di questo saggio nel nostro paese. Una delle caratteristiche della narrativa di HPL è che concerne una delle emozioni più importanti dell’essere umano: la paura. Ed è proprio alla paura che Lovecraft fa riferimento nell’introdurre questo testo scrivendo testualmente che “il più antico e intenso sentimento umano è la paura, e il genere di paura più antico e potente è il terrore dell’ignoto”. “L’orrore sovrannaturale nella letteratura” segue, dall’antichità fino all’epoca moderna, l’apparizione di storie dell’orrore puro e di opere contenenti degli elementi di terrore, e dimostra che Lovecraft aveva una conoscenza enciclopedica del genere.

Attraverso la lettura di questo saggio veniamo a conoscenza delle opere che l’autore considerava importanti nel genere fantastico e di quelle in particolare che hanno influenzato la sua scrittura e le sue visioni, consacrando il solitario di Providence agli occhi della critica come una sorta di Poe cosmico. Lovecraft in realtà provava un’ammirazione limitata per gli scrittori gotici come Horace Walpole e Ann Radcliffe, che considerava comunque come dei pionieri del racconto dell’orrore moderno. Il suo interesse si concentrava infatti verso autori come M.P. Shiel, Walter de la Mare, Arthur Machen. M.R. James e Lord Dunsany. In particolare, la narrativa del solitario di Providence attinge da Machen il tema della presenza di un male cosmico, nascosto alle frontiere della realtà percepibile, un male che minaccia di fare costantemente irruzione nel nostro piccolo mondo banale. Dunque l’influenza di Machen è stata fondamentale nel plasmare la dimensione cosmica e la scala universale caratteristica della sua fantascienza nera.

Leggendo gli altri saggi contenuti in Teoria dell’orrore abbiamo la possibilità di approfondire le conoscenze letterarie e la visione della letteratura di H.P. Lovecraft. Traspare così l’ammirazione che egli aveva nei confronti di William H. Hodgson, un autore che ha scoperto tardi ma i cui romanzi lo hanno fortemente influenzato con il loro orrore cosmico. Altri interventi sono dedicati a Clark Ashton Smith, a Robert Howard e ad Henry Whitehead. Di particolare rilievo è poi il saggio giovanile del 1921 “In difesa di Dagon” in cui, difendendo l’estetica immaginativa del suo racconto, Lovecraft formula per la prima volta le sue teorie sulla narrativa fantastica che saranno alla base del suo “cosmic horror” e della sua mitologia aliena.

Come si diceva, questa nuova edizione di Teoria dell’orrore è più corposa rispetto alla precedente: molto interessante si rivela la presenza delle “Trame di racconti fantastici” in cui possiamo leggere i sunti che Lovecraft ha fatto di classiche storie dell’orrore di Poe, Machen, Blackwood, Ewers e di altri scrittori del fantastico. La lettura dell’epistolario svela invece l’ampiezza delle sue vedute e la sua cultura che spaziava con grande competenza in vari ambiti fra cui letteratura “weird”, arte, mitologia ed erotismo. Le traduzioni del nuovo materiale presentato sono a cura di Massimo Berruti.

Si tratta in definitiva di un volume di capitale importanza, un testo che tutti, appassionati di Lovecraft e non, dovrebbero possedere.

H.P. Lovecraft – Teoria dell’orrore. Tutti gli scritti critici a cura di Gianfranco De Turris (Edizioni Bietti, 2011, 560 pagine, 24 Euro)

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