Eccoci giunti al secondo appuntamento discografico della band pugliese “Human Slaughterhouse”, nata nel 2008 dalle ceneri del progetto “Cyber Cock” (Grindcore).
Ad introdurci all’ascolto di questo EP è la traccia “Nevrosi“, composta da un lento arpeggio nostalgico, quasi a voler far percepire quel gocciolìo anticipatoci dal nome del lavoro (Trickle). Curiosa ed assolutamente azzeccata la scelta del dialogo tratto dalla pellicola “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” (Elio Petri – 1970) in cui si evidenzia appunto la nevrosi del colpevole.
Le gocce si fanno più insistenti all’inizio di “Left to Shred” caratterizzata da sezioni ritmiche molto presenti, ma non insistenti, che fanno da tappeto a riff di chitarra incalzanti con una vena melodica ed una voce che si presenta caratteristicamente gutturale e genuina, senza cadere nel pig squeal.
Il terzo brano “Out of the Wounds” è il più riuscito: le sezioni ritmiche diventano ossessive sin dalle prime battute, sparando un death metal di stampo statunitense in chiave leggermente moderna, con la complicità di vocals ben scanditi ed aggressivi.
La chitarra torna a ridare quel senso di melodicità, fraseggiando su toni alti e nonostante ció rinforzando la ritmica. Questo è il brano piú emblematico e suggestivo di tutto l’EP.
“Hallucinosis” è composta semplicemente da alcuni “larsen” di chitarra che si protraggono per circa un minuto: l’intento parrebbe essere quello di far riposare le orecchie, tuttavia dopo appena due tracce viene a crearsi una sorta di distacco dal sound creatosi in precedenza.
Ed ecco un accenno di thrash metal nei riff che fanno da guida all’ascolto di “The Lurking Worm“, brano più lungo della release e sicuramente il più articolato. Il mood della chitarra è lo stesso dei brani precedenti ma valorizzato in modo ulteriore da una ritmica più varia ed un po’ più complessa.
È la volta di “Your Grief Lives Among the Dead“, leggermente più scandita delle precedenti pur rimandendo sullo stesso stile di composizione.
Sarà “Ritual” a sancire la fine del disco, riportandoci alla malinconia della prima traccia con i suggestivi rumori di fondo.. ascoltare per credere.
Per concludere: “Trickle Down” è un lavoro che si lascia ascoltare volentieri, nonostante la scarsa varietá compositiva che rende i pezzi molto simili l’un l’altro.
Non si grida al miracolo, complice la difficoltà oggettiva di emergere in un genere che ormai è poco avvezzo all’originalità, ma non per questo non si consiglia l’ascolto dell’ EP agli amanti del death metal che perde un po’ le caratteristiche dell’old school a favore di suoni più curati e composizioni più moderne.
Elenco e tracce
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