Certo che Jann Wenner ne aveva visti di tipi strani da quando nel 1967 aveva dato luce in un magazzino di Frisco, con 7500 dollari presi in prestito, alla prima rivista di musica dell'era moderna.

Ma quello che entrò nella redazione di Rolling Stone ad inizio 1971 era davvero uno fuori dell'ordinario. Immaginate uno spilungone con il collo lungo e la testa a pera, la pelata nascosta da una parrucca biondastra, pantaloni corti e Converse ai piedi, occhiali da sole fumè e la sigaretta Dunhill con il bocchino perennemente infilato all'angolo della bocca. L'aspetto era reso ancora più strambo dal fatto che camminava con le gambe rigide e allargate a semicerchio a causa di un infortunio rimediato in una partita di football americano.

Il dottore in giornalismo (ma non era vero, aveva solo un dottorato in teologia per corrispondenza) Hunter S. Thompson faceva così il suo ingresso nel periodico di maggior successo all'inizio degli anni Settanta, il giornale che aveva colto alla perfezione lo spirito disilluso della summer of love con i magistrali articoli sulla famiglia di Charlie Manson e sulla sanguinosa rissa al concerto di Altamont.

Thompson era già a suo modo famoso per il reportage sugli Hell's Angels, ricavato infiltrandosi clandestinamente nella nota banda di motociclisti infernali, e Wenner aveva bisogno di giovani che rappresentassero il nuovo modo di fare giornalismo. Hunter era il soggetto ideale con le sue idee di giornalismo Gonzo, lo stile che consisteva nell'infilarsi direttamente nella storia da raccontare, magari con un alter ego quale Raul Duke, e mettere da parte l'evento principale per poi straripare con le proprie impressioni sulle persone attorno all'evento stesso e di conseguenza sulla disgustosa società americana conformista e reazionaria che era possibile sopportare solo ingurgitando enormi quantità di droga e alcool.

"Paura e disgusto" non è altro che un viaggio on the road proprio come l'amato Kerouac. Inviato nella lussuriosa Las Vegas per commentare una gara motociclistica, Thompson si disinteressa completamente dell'evento e parla del contorno. Dell'enorme quantitativo di droga che carica nella decappottabile presa a nolo con l'enorme amico avvocato samoano Oscar Zeta Acosta, della disgustosa gente che affolla quella avida e consumistica capitale del vizio e quindi della necessità di fare di se stesso una bestia per sbarazzarsi della pena di essere uomo.

Tra la tragedia, con l'avvocato strafatto che chiede di essere ammazzato in modo elettrico ("... sdraiato nella vasca con la testa piena di acido e in mano il coltello più affilato che avessi mai visto, totalmente incapace di ragionare, che chiedeva White Rabbit...ci siamo, pensai... stavolta è un viaggio suicida") e la commedia, con l'invito alla Conferenza Antidroga dei procuratori distrettuali ("ma che cazzo dice questa gente? Bisogna essere fatti come fegatelli per pensare che una canna assomigli ad uno scarafaggio!"), Hunther S. Thompson ne viene sempre fuori come l'eroe che è lì per caso.

Eroe per modo di dire, ma alla fine il reporter perennemente sballato è l'unico ad essere tremendamente vero in un America ipocritamente alla deriva nelle case da gioco che funzionano ventiquattro ore al giorno. Dove leggere sul giornale titoli come "TRE ARRESTATI PER LA MORTE DI UNA BELLA RAGAZZA" oppure "SOLDATI IN VIETNAM MORTI PER DROGA" o ancora "RACCONTI DI TORTURE DAVANTI AD UNA COMMISSIONE D'INCHIESTA" fanno sembrare i propri reati robetta scialba ed insignificante.

E a Las Vegas termina il Sogno Americano, la cui ricerca è la vera motivazione del viaggio di Duke e del dottor Gonzo su quell'immenso Squalo Rosso, la Chevrolet decappottabile presa a nolo e mai pagata. Un trip allucinogeno tra citazioni che costringono a volerne sapere di più sulla sotto-cultura dell'epoca: mescalina, speed, popper, metedrina, Big Sur, Sonny Barger, Memphis Blues Again, Om, Joe Frazier, Romilar, SDS, Iron Boy, Chuck Taylor, il tenente Calley, Missione Impossibile, l'assedio di Vicksburg, Waco, Eldrige Cleaver, California Highway Patrol, Spiro Agnew, Gerber Mini Magnum, Greasers, PCP, Interstate 15, Bob Hope, Jesus Freaks, il maresciallo Ky, Sandy Bull, Timothy Leary, la bomboletta di Mace, Manson Family, Hell's Angels.

"Fear and loathing in Las Vegas" parla della delusione di scoprire che negli anni sessanta la gente sembrava essere diversa e che invece la realtà era sempre la stessa: disgustosa.

 

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