Tempo di bilanci anche per gli scozzesi Idlewild.
Grandi festeggiamenti per il loro decennale; dopo la pubblicazione ad inizio anno del nuovo disco di inediti "Make Another World", il primo per la Sanctuary dopo il cambio di label, Roddy Woomble e company danno alle stampe il primo best of della loro carriera, questo "Scottish Fiction - The Best Of 1997-2007".
Il dischetto in sé è una raccolta (priva di inediti, purtroppo) delle loro maggiori hit, alla quale ha fatto seguito una compilation di b-sides e rarità ("A Distant History", pubblicata il 29 Ottobre).
Gli Idlewild ricompongono, quindi, il puzzle di dieci anni esatti di presenza sulle scene, e lo fanno mettendo in mostra quel pop rock di classe ormai loro marchio di fabbrica (retaggio di influenze che spaziano dai R.E.M. ai The Smiths, passando per trent'anni di musica inglese e non solo), e non sdegnano sovente di evidenziare una piacevole "inclinazione" folkeggiante.
Il disco si apre significativamente sulla loro hit più importante, la fantastica "You Held The World In Your Arms", estratta dal loro lavoro forse più apprezzato (ma probabilmente non il più bello), "The Remote Part"; il riff che si stampa subito in testa, l'ottima interpretazione di Woomble e il grande accompagnamento d'archi nel refrain e nel bridge ne hanno fatto la hit identificativa della band scozzese. Perfetta in tutto, è un pezzo pop rock che pochi si possono permettere. La fiacca "No Emotion", deludente primo singolo estratto dal pur buono "Make Another World", sarebbe stata francamente da evitare. "When I Argue I See Shapes" (da "Hope Is Important" del 1998, di quell'album gli fa compagnia in questa raccolta la graffiante "I'm A Message") dimostra che la lezione dei R.E.M. è ben assorbita, con l'aggiunta di un contorno di chitarre decise e coinvolgenti niente male, proprio come gli Idlewild ci avevano abituati ad inizio carriera. Anche "Roseability" è un grande pezzo, che riesce ad aggredire senza risultare sgradevole e fuori luogo nell'economia dell'Idlewild sound. "Love Steals Us From Loneliness" alza un muro di chitarre "pastose" e melodiche a supporto di una ballata intensa e magistrale; è una delle tre "rappresentanti" (le altre due sono "I Understand It" e "El Captain") del recente (e controverso) "Warning/Promises". "American English", singolo "successore" di "You Held The World In Your Arms", prende molta della sua epicità dai migliori U2 (vi basti sentire la linea vocale disegnata da Roddy), mentre "A Modern Way Of Letting Go" torna a graffiare con una sfuriata che fa venire in mente i primi Placebo, quelli meno elettronici e più diretti. "Let Me Sleep (Next To The Mirror)" e "In Remote Part/Scottish Fiction", così come "Make Another World" (che chiude la raccolta), non sono uscite come singolo, ma ne avrebbero sicuramente meritato lo status. I migliori R.E.M. (band con cui guardacaso gli Idlewild sono sempre più paragonati) fanno capolino pure in "As If I Hadn't Sleep", e le buone "Little Discourage" e "Live In A Hiding Place" completano l'opera.
Insomma, un ottimo repertorio tirato a lucido e riproposto alla grande tramite diciassette gemme pop rock di grande valore; una raccolta che fa ben capire quanto questa band abbia raccolto meno di quello che effettivamente meriterebbe (come spesso capita).
Se vi piace il pop rock fatto bene accomodatevi, non rimarrete delusi.
Carico i commenti... con calma