Fuck-ass!
L’iguana mi ha sempre esageratamente preso, chi non si ricorda almeno una volta da giovane, Iggy Pop e il suo fun, no fun, fun time, fun house, la parola fun ricorre spesso nell’opera iggypoppiana, ma è un divertimento che ha del folle, è un divertimento deviato e laido, è un terribile divertimento tra bevute, stupri di comitiva, corse in auto, è come un vivere morendo.

A me piace la versione ripulita dalla mixatura di David Bowie che smorzò la ferocia del sound primitivo, Iggy nel 97 mise le cose a posto pubblicando i nastri originali, e cosa salta fuori? Una robba da bestie di satana, da far impallidire a distanza di 30 anni i fighetti di oggi...

Iggy sclera e Williamson ne asseconda la voce invasata, dilatata, drammatica, con graffiate grezze e corrosive.
"Sono un ghepardo che morde le strade, col cuore gonfio di napalm.
Sono il figlio vagabondo della bomba atomica.
Sono il bambino dimenticato dal mondo, quello che cerca e distrugge....
Amore ti prego, mi devi aiutare, qualcuno deve salvare la mia anima...
Bambina, entra nel mio cervello, ma fai attenzione cara, io uso la tecnologia..."

Search and Destroy è l’incipit poderoso, con Gimme Danger l’atmosfera si fa torridissima, il baritono di Pop tocca in devianza quello di Nick Cave, per una ballata acida che finisce annientata nel suo stesso riverbero esagerato di rientro, è il cuore drammatico del disco, che prosegue con Your Face Is Pretty Going To Hell, punk arroventato a rotta di maroni, le frequenze e i volumi sono talmente spinti e la voce di Iggy così luciferina che il pezzo ha ricevuto, pensate un po', l'imprimatur del cardinale Ruini.
Penetration è un incursione anale claustrofobica, come ci si puo sentire stretti tra le pareti di un ano? Ascoltate il pezzo e avrete la risposta.

Quello che l’iguana cerca di fare è allucinare con cruda potenza (raw power) e sotto effetto di veronal (come lui stesso ammise), eroina e sesso debosciato, una realtà (quella cittadina e cristiana) nello stadio opposto (campagna satanica).
Raw Power è un sabato satanico, è una notte nebbiosa e mannara per noi Romagnoli nei bistrot all'aperto riminensi (intendo le spiagge e tutto ciò che fa corollario ad esse), è un partecipare ad una celebrazione degli istinti più bradi dell’entroterra mammifero-felino (Iggy Pop non è più un uomo ma il risultato tra un accoppiamento di un felino con un mammifero, la potenza del leone abbinato alla movenza fisica di una pantera sul palco), ma è anche l’epica del quotidiano: e l'epica di Iggy Pop è quella che a partire dall'operaio all'una del pomeriggio già svaccato al pub, parte per la precocità del buio invernale e poi perdersi nella lunghezza notturna.

I Need Somebody, blues così sensuale come solo quelli di J.L. Hooker e dei Doors sapevano essere, mai più forse la voce di Iggy toccherà vette così eccessive ed esplicite di perversione.
E un caracollare del tutto privo di pudore, pensate alle urla debosciate di Iggy: “aaaaaaaaaaooooooooooohhhhh”, questo urlo ricorre sempre più spesso per tutto il disco, ma quello che risulta più osceno di tutti è l’ultimo: in apertura di Death Trip, il pezzo finale, ascoltate: “aaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhoooooooooooouuuuuuuuu”
dà l’idea di un uomo che ha perso la bussola, mi sono sempre chiesto in che condizioni era Pop mentre cantava questo pezzo finale... un uomo sovraeccitato e lanciato ben oltre la follia, era il 1973, cose del genere non si erano ancora sentite.
Death Trip è un ammasso di chitarre non accordate che sputano riff reiterati cercando di tenere un barlume di melodia... we going down in the history... save me!!!!! save me !!! come on save me!!!!! La dea del rock (cioè il destino data l’agnosticità del rock) ha salvato Iggy dalla morte tante volte, ma io sono più che sicuro che Iggy non abbia mai voluto che qualcuno lo salvasse, ed è questo particolare che distingue i grandi come lui dai giovani di oggi che non toccheranno mai simili vertici di follia primordiale perché  troppo indaffarati a salvarsi il culo che a darci dentro nichilistici in onore del Rock.

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