Un'entita mala. Una presenza sfuggevole. Un essere impertrovabile.

Queste sono le caratteristiche del personaggio interpretato dal piccolo Riccardino Fuffolo, per la prima volta regista, nel suo "Mani in alto", capolavoro di tensione indescrivibile. Un rinomato agente, che si fa mettere i piedi in testa soltanto da Ben Affleck, va alla ricerca di questa figura che, diciamocelo, crea dei problemi. Non sa che chi è questa persona. Sa solo una cosa: è piccolo. Intanto la mala entità, con la sola imposizione delle mani, provoca il decesso di parecchie persone, e perfino di un palo della luce. Ma basta parlare della trama: occorre elogiare in modo spertichevole tutti gli attori, da uno straordinario Maccio Capatonda, nei panni dell'agente, a un sublime Nick Malanno, che impersona il giornalista Dino Parlatoio. E poi, ovviamente, c'è il piccolo. Mai avevamo visto una sua così spettacolare performance, nè in "La Febbra", nè in "Un attimo al bagno": un'interpretazione veramente commozionante.

Tra le scene topiche del film, è impossibile non citare quella del garage, che ricorda vagamente quella del labirinto in "Shining". Mi raccomando, non perdete questo inarrivabile capolavoro. Lo troverete ogni sabato di martedì notte sullo schermo cinematografò.

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