La carriera degli svedesi In Flames si può a grande linee dividere in tre periodi: gli esordi, improntati ad un melodic black metal molto innovativo (di fatto ne sono stati gli iniziatori), un periodo intermedio nel quale il suono si è un po' ammorbidito, accogliendo influenze heavy metal, e l'era attuale, la peggiore.
Come tanti altri gruppi, gli In Flames si sono svenduti alle nuove mode, sfornando 3 dischi nella migliore delle ipotesi anonimi e banali; "Reroute to Remain", "Soundtrack to your escape" e l'ultimo "Come Clarity" sono tre dischi sostanzialmente inutili, colmi di influenze metalcore/nu-metal che hanno determinato ondate di sdegno nei fan di tutto il globo terraqueo metallico.
Per fortuna questo live si pone come conclusione del secondo periodo della carriera della band nordica, e per questo racchiude tutti i loro pezzi migliori; il risultato è, in sostanza, un greatest hits con il plusvalore della carica dal vivo dei 5 vichinghi. Registrato a Tokyo nel 2000, durante il tour mondiale per il bellissimo "Clayman", il disco presenta una successione perfetta di pezzi nel più puro (o meglio, allora puro) stile In Flames: voce in scream con occasionali parti in clean, riffoni ultra distorti ma sempre ammorbiditi da tagli melodici,ritmica serrata, più o meno veloce. Esaltanti i numerosi assolo firmati dal leader Jesper Stromblad.
La scaletta abbraccia come già detto il fertilissimo periodo compreso tra il capolavoro "The Jester Race" e il validissimo "Clayman", passando per gli ottimi "Whoracle" e "Colony". Apre lo show "Bullet Ride", caratterizzata da una strofa acustica, ben interpretata dal cantante in clean, e, come contrappasso, un ritornello tiratissimo. Si sente subito la partecipazione dei tanti fans nipponici, che per tutta la durata del live sottolineeranno con boati le prodezze della band. Prestazione impaccabile infatti: il cantato mantiene sempre il caratteristico timbro metal con grande espressività, la precisione dei chitarristi è assolutamente chirurgica, alla pari della sezione ritmica. Il sound, pur trattandosi di un evento live, è assolutamente soddisfacente: forse meno tagliente e aggressivo che negli album di studio, ma in compenso ottimamente bilanciato e decisamente "potente"; a mio avviso molto bello il rimbombo del suono nel palasport! Unica nota leggermente negativa è forse la batteria, che perde un po' in incisività.
La scaletta è una goduria per qualunque fans: "Embody The Invisible", veloce e aggressiva, "Jotun", "Moonshield", bellissima, lenta e ipnotizzante, "Clayman", al contrario implacabile dall'inizio alla fine grazie alla doppia cassa continua, "Gyroscope", capolavoro da whoracle con grandi riff cadenzati, "pinball map", "episody 666" entrambe molto aggressive. Questi a mio avviso i pezzi più significativi del live, che comunque si dimostra coinvolgente ed emozionante per tutte e 15 le tracce.
Il Giappone è terra di metallari a quanto si può capire, data la mole di live registrati in quella lontana terra (Children Of Bodom, sonata arctica per citarne solo alcuni recenti...) e il calore del pubblico, anche se un po' mitigato dalla compostezza "zen" orientale è costante per tutta la durata del concerto, ma una canzone scatena un entusiasmo straordinario: "Only for the weak".
Traccia numero 4 di Clayman, è un mid-tempo sorretto da un orecchiabilissimo riff di chitarra e tastiera ma un analisi tecnica non può spiegare la potenza di questo brano. 2 colpi di crash e parte l'implacabile riffone, sorretto dagli incitamenti del cantante, "jump jump jump". Se non vi è mai capitato di vederne uno, cercate un video live di questa song: impressionante. Migliaia di persone che saltano in aria a ritmo con il chorus, che agitano le loro teste in un ossessivo head bang nelle strofe, per poi esplodere in un boato al cambio di tonalità seguente all'assolo. Il pezzo è reso in maniera straordinaria e si pone come vertice di quest'ottimo disco live.
Vero metal, tecnico e senza fronzoli, potente e ingegnoso, emozionante e carico. Non lasciatevi respingere dalla deludente svolta recente, gli In Flames per quasi un decennio hanno rappresentato una realtà importante e innovativa nell'ambito floridissimo del metal svedese e nordico in generale.
The Tokyo Showdown è la summa, un riassunto perfetto, della loro "Golden Age".
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