A detta di molti, uno dei migliori dischi hardcore di sempre. E non potrebbe essere altrimenti quando alla voce troviamo un giovane Zack de la Rocha già molto incazzato e con tante cose da urlare nel microfono e alla chitarra quel Vic Di Cara che aveva già suonato nei Beyond e che avrebbe in seguito militato negli Shelter e poi nei 108. Ma non si rende giustizia a questo piccolo gioiello parlandone come di un semplice disco hardcore.
Era il 1990 quando gli Inside Out registravano questo imperdibile EP di soli sei pezzi, che resta il loro unico lavoro in studio. A quel tempo Zack de la Rocha doveva avere già le idee molto chiare sulla proposta musicale che avrebbe portato avanti negli anni a venire, basta ascoltare pezzi come la title-track o “Burning Fight”, pezzi che non avrebbero affatto sfigurato sul primo LP dei Rage Against The Machine. Senza dubbio la voce di Zack è un diamante ancora grezzo e non mostra la benché minima traccia dell’inflessione rap che avrebbe assunto in seguito. Negli Inside Out egli è un cantante hardcore a tutti gli effetti, ma già dimostra di avere una personalità senza eguali. La sua voce esprime rabbia e nient’altro che rabbia, puro sentimento urlato dritto in faccia e non ancora incanalato nelle perfette geometrie disegnate da quel genio che sarebbe stato Tom Morello.
Gli Inside Out sono durati poco più d’un paio d’anni, quanto basta per scrivere un pugno di canzoni bellissime e indimenticabili. Il chitarrista Vic Di Cara lascerà la band per unirsi agli Shelter, e di lì a poco Zack de la Rocha farà la conoscenza di Tom Morello con le conseguenze che sappiamo, ma la cosa più significativa è che prima di sciogliersi gli Inside Out erano in procinto d’incidere un secondo lavoro in studio, progetto che purtroppo non fu mai realizzato. Il disco doveva intitolarsi “Rage Against The Machine”…
E allora, per chi ama l’hardcore, per chi ama i Rage, per chi ha fame di emozioni fortissime… non resta che urlare: NO SPIRITUAL SURRENDER!!!
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