Passa il tempo, cambiano i posti, i bar ma i videogiochi attraggono sempre.

Siamo nel 1990. L'Italia perde una buona occasione per vincere i Mondiali di calcio in casa propria. Salvatore Schillaci, dalla Sicilia con furore e con il prezioso ausilio di qualche magia del miglior Roberto Baggio e di Gianluca Vialli, ci porta in semifinale contro l'Argentina. Caniggia, con un colpo di testa e l'ausilio di una paperona di Zenga ci manda elegantemente a casa con la "consolazione" del terzo posto. Per quanto mi riguarda, l'Unione Sovietica perde una buona occasione per riabilitarsi agli occhi del mondo. Il Muro di Berlino è stato abbattuto da un pò e ricordo le immagini al Telegiornale con il sottofondo di "Yesterday" mentre i tedeschi si riconciliano tra picconi, scalpelli e spumante. Gorbaciov ci porta ad un passo dalla pace nel mondo e Eltsin pensa a rovinare tutto con un colpo di stato. Figlio di puttana. Premio Nobel a Gorbaciov e fine del comunismo con la bandiera rossa ammainata dal Cremlino.

L'Irem, una casa di produzione di videogiochi per lo più dimenticata, crea un simpatico giochetto interpretato da un simpatico giapponese. Mentre il nostro placido amico si gode le comodità della sua casetta, viene aggredito da un gruppo di muratori energumeni che la abbattono per adibirla ad area edificatoria. Giustamente il nostro amico, si incazza come una biscia, raccoglie il suo bel martello di legno e così ha inizio la caccia ai più improbabili nemici che un videogioco ti possa proporre.

Ogni partenza, annunciata con un, col tempo urticante, "Let's get busy!", ti ritrovi carpentieri, muratori, ingegneri, capicantiere, piastrellisti, artificieri acrobati, elettricisti, idraulici, yakuza (la mafia sugli appalti dove la mettiamo eh?). Tutti pronti a tirarti addosso le più disparate armi improprie della situazione. Dai sacchi di calce alle punte di trapano, dalle ciotole di spaghetti di "Sasa's pasta" ai martelli pneumatici, dai coperchi dei tombini alle gomme per auto, dai ganci delle gru portuali ai muletti. Per non parlare dei "mostri": trivelle, escavatori, rimorchi, canali, calcinacci, carriole, mattoni forati...

Le probabilità di accrescere le proprie potenzialità erano le merendine di sushi avvolte in un fazzoletto, un casco che ti permetteva di essere colpito una seconda volta, dei mutandoni blu validi a saltare più in alto, un peperoncino utile per far roteare velocemente il martello con l'ausilio di bollenti spiriti e il "Pow", ossia il martello gigante che semplificava le operazioni di abbattimento. Da ricordare anche la scossa elettrica provocata dal martello battuto sul suolo con seguente effetto destabilizzante.

Un gioco davvero originale, simpatico ed estremamente difficile se si considera la facilità con cui venivi eliminato dalle insidie. Bastava essere sfiorati che ti piombava un sonoro "Ouch!" sulla testa che annunciava la prossima vita da impiegare.

Erano ancora bei tempi. Peccato si siano rovinati così presto. Amarcord!

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