Parlando del film non si può non notare la recitazione fantastica di Robert Mitchum (Max Cady) e la sua seraficità pazzesca. Mitchum incarna lo stalker per eccellenza (personaggio, ahimè, molto attuale) intelligente, vendicativo e molto furbo poiché non si fa mai incastrare dalla polizia, ma anzi sfrutta le persecuzioni di quest'ultima a suo vantaggio.

L'attore americano entra così bene nel personaggio che sembra quasi un maniaco reale e che non stia recitando.

Il film è caratterizzato da una tensione psicologica che va sempre aumentando con lo scorrere dei minuti, come se fosse un climax: dai semplici pedinamenti, dall'attegiamento intimidatorio e dalle minacce fino a giungere all'imboscata finale pensata e messa in atto dall'avvoccato Sam Bowden (Gregory Peck) che, frustrato, non sa più come fare per sfuggire a Max Cady, decidendo di ucciderlo, visto che qualunque metodo legale per fermarlo è risultato vano.

Un aspetto peculiare della pellicola è la denuncia sociale verso gli stalker e l'impossibilità di agire per contrastarli a causa delle "poche o troppe leggi" e "all'impossibilità di arrestare un uomo per le sue intenzioni" come affermano i dialoghi tra l'ispettore Mark Dutton (Martin Balsam) e l'avvocato Sam Bowden e tra il detective Charles Sievers (Telly Savalas) e la ragazza picchiata nell'hotel, che terrorizzata dal maniaco misogino, non vuole sporgere denuncia.

Film nettamente superiore ai filmacci horror/thriller moderni, che fanno paura solo grazie ai jumpscare (ossia riflessi naturali umani) e agli effetti speciali... Così sono capace pure io a far paura...

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