Chi non ha mai pronunciato le parole "on the road"? La vita sulla strada è uno dei miti hippy per eccellenza, forse quello che più degli altri ha valicato i confini del tempo, imprimendosi nella cultura popolare mondiale. Ma questo stile di vita non fu una novità hippy: esso nacque con la Beat Generation subito dopo la seconda guerra mondiale, e il libro "On The Road" di Jack Kerouac ne è forse l'esempio più calzante. Accanto alle poesie di Allen Ginsberg e agli scritti di Neal Cassady, le opere di Jack Kerouac sono sicuramente fra le più significative di questo movimento culturale.
"Sulla Strada" è a metà fra storia e autobiografia: il protagonista, Sal Paradise, è chiaramente il corrispettivo dell'autore, così come il folle, idealista, imprevedibile compagno di avventure Dean Moriarty altri non è che Neal Cassady in persona. Sal prova per l'amico una latente soggezione: pur non esplicitandola, essa si evince da come ammiri il suo modo di stare al mondo, le sue idee, i suoi valori da bohemien decaduto, le sue follie in fondo non così illogiche. Fra i personaggi minori si ricorda Carlo Marx (nome-tributo a Groucho Marx) rappresentazione di Allen Ginsberg, è un poeta che scrive folli liriche e che si intende benissimo con Dean, e sembra quasi avere con lui un livello di comprensione assoluto e mistico.
Il romanzo non è che un resoconto, in realtà: molto più avvincente del "De Bello Gallico", siamo d'accordo, ma ad essere brutalmente sintetici è un semplice resoconto dei viaggi da un capo all'altro del Nord America di Sal e dei suoi amici. Ovviamente sul piano letterario non è una semplice sequela di avvenimenti: non c'è nulla di rigoroso e austero nel racconto, anzi lo stile è vagamente caotico proprio come le vite dei personaggi dell'opera. Uno stile ora frenetico, ora psichedelico e rilassato, ora triste, depresso a volte, ma sempre vivo. I personaggi principali sono psicologicamente ben descritti, e su tutti si stagliano le figure del narratore Sal e del tanto ammirato Dean, faro e simbolo della Beat Generation.
Questo è però un romanzo solo in apparenza semplice: è soprattutto una descrizione delle notti brave dei personaggi, del sesso e delle donne, del "bebop indiavolato", dell'alcool, dei soldi racimolati chissà come ma è allo stesso tempo il racconto dell'amicizia fra due persone che condividono molti ideali e decidono di condividere le loro vite. Questo è un romanzo di vita, sì, perchè per la morte non c'è né tempo né posto in macchina. E' il non ragionare troppo, è il cuore che sempre e comunque vince la mente. Non c'è posto per la logica, nulla è logico la vita è illogica. E allora tanto vale ascoltare Charlie Parker e poi partire con una scassatissima macchna per qualche highway americana, non è importante quale, basta che si arrivi, non è importante dove: San Francisco, L.A., Denver o il Messico. Dal momento che l'esistenza umana è così illogica, è un dettato senza possibilità di revisione e soprattutto è senza meta, bisogna partire. Partire per arrivare, perchè almeno l'autostrada ci porti da qualche parte, che importa dove, ma ci porti. Partire, per arrivare...per arrivare!
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