I Jack capitanati  dal cantante compositore Antony Reynolds con "The Jazz Age" (Too Pure - 1998) completano perfezionando il discorso iniziato con il pur ottimo debutto "PIONER SOUNDTRACKS''. Stessi i riferimenti del passato il SCOTT WALKER più umano, ROXI MUSIC, BOWIE  ma ormai metabolizzati in una più spiccata propria personalità. Meno legati al modello TINDERSTICKS ma sempre affini ai vari AUTEURS, i DIVINE COMMEDY meno solari e barocchi, SUEDE.

I Jack suonano un pop rock decadente, con velleità intellettuali tutte inglesi, tendente spesso al malinconico, anche nei brani più sostenuti, ma non per questo noiosi. Sentire la ritmata "PABLO" che vedrei volentieri sulle labbra del BOWIE d'annata o la magnifica "MY WORLD VERSUS YOUR WORLD''.

I ritmi rallentano con "SATURDAY PLAN, dei SUEDE più vellutati e raggiunge il suo apice con lo struggente romanticismo di "LOLITA ELLE".

Si riparte con la grande melodia a ritmo sostenuto di "CINEMATIC" e il singolo "STEMING", brano più vicini al miglior BRIT POP e ricompaiono le sagome dei SUEDE.
L'epica "LOVE AND DEATH IN THE AFTERNOON" ci accompagna alla finale "HALF CUT, WHOLLY YOURS" dei briosi e meno imbronciati TINDERSICKS.

Il grande pregio dei "JACK" è che non vanno mai sopra le righe, diventando pomposi. Grande merito degli arrangiamenti dei brani che riescono ad amalgamare in un perfetto equilibrio una vasta gamma di strumenti, compresa una sezione d'archi che spesso è la rovina di molti gruppi. I singoli suoni sono ben dosati, compresa la peraltro buona voce di REYNOLDS, rendendo "The Jazz Age "uno migliori album inglesi del 1998. Passato inosservato al grande pubblico, non merita assolutamente di cadere nell'oblio.

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