Negli anni '80 del XIX secolo prese vita, ad ovest dell'Atlantico, un movimento artistico che, nel corso dei suoi, quasi, 40 anni di vita, regalò alcune pregevoli opere: il Tonalismo americano. Partendo da un interessante intreccio tra la pittura tonale, soprattutto di scuola veneta quattro-cinquecentesca, e lo stile, francese, Barbizon, a cavallo degli anni '50 dell'ottocento, la nuova creatura vedeva paesaggi, o particolari d'essi, sovrastati da toni di colore scuri, "nebbiosi" dove le tinte neutre la facevano da regine. Schiacciata come fu dall'immediato precedente Impressionismo europeo, molti accostarono il Tonalismo all'Impressionismo americano, e dal, altrettanto immediato, successivo Modernismo questa corrente non ebbe un riscontro di popolarità al pari di quello che avrebbe meritato anche se, in particolare per merito l'artista di cui sto per parlare, nel corso degli anni finì per essere rivalutata.
La cosa curiosa, però, è che l'opera più famosa di James Whistler è quella che meno si presta ad accostarsi al movimento di cui lo stesso era, pure se inglese d'adozione e solo di nascita americano, tra i fondatori: "La madre di Whistler", olio su tela del 1871, infatti, a parte precedere di qualche anno l'esplodere del Tonalismo non ne condivideva i temi, paesaggi come detto, però ne anticipava la forte estetica dominata, come lo stesso autore disse da "la supremazia dell'armonia tonale sul resto" e dall'assenza, fortemente simbolica, di riferimenti socio-culturali-politici al di fuori della rappresentazione pittorica stessa.
Da una parte l'armonia tonale che era un credo così forte che Whistler proiettava vere e proprie similitudini tra il suo lavoro e quello di un musicista: ad iniziare da i titoli che tra "Arrangiamenti", come il quadro protagonista della recensione, e "Notturni" occupano la maggior parte del suo catalogo e, dall'altra, un vivere la pittura, per dirla come lui stesso amava esprimere il concetto, come un "art for art's sake", che finiva per cogliere parallelismi con ambienti letterari come quello Simbolista franco-belga.
Per aver più chiari questi concetti basta dare uno sguardo ad "Arrangiamento in grigio e nero": una figura femminile austera colta seduta e di profilo che solo apparentemente è la protagonista perchè , in realtà, è solo parte di un ensamble corale: un noto blog afferma che la vera protagonista qui è, per dirla elegantemente e non con il termine usato, la sfortuna. Una boutade di chi ha colto, pur mettendola in modo ironico, l'essenza tecnica: le forme che si bilanciano l'una con l'altra, quelle quadrate del'"arredamento" armonizzate, anche cromaticamente, con quelle morbide della madre, dei suoi vestiti, della sedia, in un quadro d'insieme che pare, ingannando l'occhio distratto, semplice se non addirittura banale.
Realizzato in pieno periodo vittoriano il quadro non fu per nulla amato dagli inglesi e solo in mani francesi, in cui è tuttora, si trova alla Gare d'Orsay a Parigi, con il passar degli anni fu apprezzato anche se, come è giusto, mai completamente "interpretato", Whistler si limitò ad un laconico "un atto d'amore filiale" e fatto oggetto di infinite parodie. Parodie che lo hanno reso popolare molto più del suo valore tecnico intrinseco oltre che ennesima icona Pop, Mr Bean docet, ma non ne hanno intaccato la forte morale artistica.
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