James Taylor è la quint'essenza della sensibilità musicale.

Una sensibilità che deve averlo portato a soffrire parecchio nella sua vita, a meno di 20 anni è già eroinomane e finisce in una clinica per mallattie mentali, per curare la sua dipendenza. Qui nel 1975 ormai ventisettene, ha ancora enormi problemi di tossicodipendenza. Da cui la title-track "Gorilla" (termine utilizzato per indicare un tossicomane), parla del difficile ritorno ad una vita normale, il difficile abbandono dello stato di 'Gorilla'... 'no no no... c'mon baby... you're still a Gorilla'... Con tanto di autoironica imitazione del verso del gorilla nel finale di canzone.

L'album contiene splendide canzoni, destinate a diventare cavalli di battaglia di James: "Mexico" mitica meta sogno di libertà in apertura di album e la bella versione di "How Sweet It Is (To Be Loved By You)" che diventerà un must nei concerti. Ma è nelle ballate delicate che troviamo il meglio di questo album, laddove la voce di Taylor accarezza con dolcezza estrema le armonie della sua chitarra: "Music", "Wandering" il bello è non smettere mai di meravigliarsi dice James, "Love Songs" e la bellissima conclusiva "Sarah Maria". L'artista trova anche spazio per pizzicare le corde della classica con più vigore e farne uscire un energetico bluesettone: "Angry Blues".

Il ritornello più divertente, orecchiabile ed 'appicicoso' dell'album lo troviamo in "I Was A Fool To Care", splendida ballata su un amore non corrisposto, che è pur sempre un amore e come tale non va dimenticato nè disprezzato....

"I was a fool to care, I was a fool to care, Yeah But I don't care, even if I was a fool, I'm still in love with you..."

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